Mister Dan Thomassen ha incontrato la stampa, in vista della sfida della finale di Coppa Italia Serie C contro la Juventus Next Gen, in programma domani alle ore 20:30, allo stadio Romeo Menti.

“Partita carica? Molto probabilmente non ci sarà bisogno di caricare la partita, ci pensano già i fattori esterni a farlo. È una gara con una cornice importante, con tanti tifosi sugli spalti. Noi non siamo nelle condizioni di fare appelli a nessuno, io non voglio farne. Quello che possiamo fare e che stiamo facendo è lavorare sodo e, attraverso le prestazioni e l’atteggiamento, creare la giusta atmosfera in una tifoseria che ha già dato dimostrazione negli anni di essere sempre presente, sempre e comunque. Quindi il nostro focus è, appunto, creare l’atmosfera giusta attraverso questo atteggiamento.

A differenza del campionato, questa volta o la va o la spacca? Inevitabilmente è vissuta in maniera diversa. È una partita che ha un impatto importante sul nostro percorso anche futuro. È un percorso che nella mia testa finisce a giugno. È chiaro che la partita di domani sera può incidere in maniera importante su quello che sarà il percorso. Una partita di importanza fondamentale? No, perché il nostro percorso, lo ribadisco, continuo a ribadirlo anche ai ragazzi, va avanti a prescindere. Con questo non voglio togliere importanza alla partita di domani perché sappiamo quanto sia importante ma è all’interno di un percorso che abbiamo iniziato.

Con la gara di andata vinta alle spalle, saremo più attendisti? Non siamo nelle condizioni di fare calcoli. Sono qui da quattro partite e in particolar modo nelle ultime due abbiamo messo in campo, secondo me, un atteggiamento diverso ed è quello che dobbiamo continuare a fare. Non voglio fare calcoli e non voglio che i ragazzi ne facciano. La partita sarà particolare per l’importanza che ha e per la cornice che si crea ma di per sé è una partita che, da un punto di vista tattico, dobbiamo affrontare come stiamo affrontando le ultime gare. Dimenticare il 2-1 dell’andata? Nell’approccio alla partita sì, dal primo minuto il risultato dell’andata non deve essere un nostro pensiero. Nessun atteggiamento attendista.

Come stanno i ragazzi dal punto di vista fisico? Non è cambiato nulla rispetto a giovedì. Sono ad oggi tutti a disposizione ad eccezione dei lungodegenti Ierardi e Cataldi. Sandon sta bene, è in gruppo, può giocare.

Causa squalifica mancheranno Jimenez e Rolando, importanti per la costruzione del gioco. Nelle ultime due partite a centrocampo non sono stati schierati come titolari. È stata una scelta fatta anche in previsione di questa partita? No, l’avevo detto anche prima della partita con la Pergolettese, sto ragionando sul presente, una cosa che sto chiedendo anche ai ragazzi. Io in primis sto ragionando sul presente, quindi i ragionamenti fatti con la Pergolettese non hanno considerato la partita di domani sera.

La mancanza di questi due giocatori quanto inciderà? Incide sicuramente perché più giocatori abbiamo a disposizione meglio. Entrambi poi con caratteristiche uniche, certamente è una mancanza. Quindi ci dispiace non averli ma allo stesso tempo ritengo che la rosa sia ampia e di qualità. Quindi chi giocherà al posto loro farà sicuramente il suo.

Che Juve mi aspetto? Prima di una squadra arriva una società, arriva un club importante. Ha dimostrato negli anni di tenerci tanto a tutti i trofei che sia l’Under 23 o la prima squadra. Noi poi abbiamo fatto le nostre analisi, i ragazzi li hanno visti poco tempo fa nella partita d’andata, per cui non si tratta di un avversario sconosciuto. Mi aspetto una squadra che chiaramente cercherà di vincere per poter vincere il trofeo.

Sembra che i talenti convocati in prima squadra da Allegri ci siano? Mi aspetto che ci siano tutti quelli che ci possono essere.

Con la Pergolettese tra i pali ha giocato Confente? È stata una scelta similare a quella fatta per i giocatori di movimento sempre nella partita di giovedì. Avevo visto bene Alessandro nei giorni prima e non è stato l’unico cambio che ho fatto rispetto a Trento, ce ne sono stati cinque. Per me dimostra soltanto che abbiamo una rosa che sta rispondendo bene anche in ampiezza. I ragazzi comunque stanno rispondendo bene, questo è positivo perché tiene tutti vivi. Io arrivo alla partita di domani con grandi dubbi, ma sono quei famosi problemi positivi degli allenatori, quando i papabili titolari sono veramente tanti.

Bisogna considerare il fattore autostima: una partita del genere, con una cornice di pubblico di un certo tipo, con un trofeo in palio, può lasciare il segno in vista dei playoff? Sicuramente sì. Non dobbiamo nascondere l’importanza non solo del risultato, del trofeo, del vantaggio che dà l’accesso ai playoff, ma chiaramente anche dal punto di vista emotivo e di autostima, è una partita che ci può dare uno slancio importante, molto importante.

La fase difensiva sembra aver trovato una sua quadratura? Sto ponendo molta attenzione sulla fase di non possesso e su dei comportamenti che dobbiamo avere sia quando non abbiamo la palla e anche appena la perdiamo perché la riaggressione e l’aggressività sono due componenti che ogni squadra deve avere. Sono aspetti veramente fondamentali per riuscire a dominare la partita a prescindere dai moduli e dagli interpreti, preferibilmente in entrambe le fasi. Questa stessa aggressività fa parte anche di un atteggiamento che poi diventa virale, una cosa facilmente trasmissibile anche ai compagni. Può dare autostima e fiducia non solo a noi stessi, ma anche a chi ci guarda.

A livello personale sarà un appuntamento importante anche per me? Mi viene da usare la frase che ho usato il primo giorno qui. Io sono veramente felice come un bambino, la prima emozione che mi viene in mente è grande felicità. Poi ci sono tutta una serie di altre emozioni che emergono, penso all’entusiasmo e gli stimoli dentro sono veramente enormi. Sono una persona anch’io, vivo anche di stimoli, di emozioni e domani insomma, la cornice sicuramente farà effetto anche su di me.

Sarà anche la partita di Paolo Rossi? Ricordare e ribadire la storia di questa società è un atto dovuto, perché non è da tutti avere giocatori di un certo calibro che hanno segnato non solo la storia del club ma anche dell’Italia. Paolo Rossi è un motivo d’orgoglio in più per la piazza, per i tifosi, per me allenatore, per i giocatori, per i magazzinieri, per chi lavora in ufficio, per tutti”.

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