Lo stadio
In ricordo di Romeo Menti
Il campo di gioco regolamentare prevedeva all’esterno una pista di atletica con quattro corsie e l’anello si sviluppava su 360°. L’incremento dell’attività agonistica portò tra il 1943 e il 1947 all’ampliamento delle tribune e delle gradinate per una capienza complessiva di 17.000 spettatori. Nel 1949, subito dopo la tragedia di Superga, lo Stadio, fu intitolato all’illustre cittadino Romeo Menti, ex biancorosso deceduto il 4 maggio in quella catastrofe.
Per comprendere appieno l’importanza di questo grandissimo campione e della sua famiglia nella storia della nostra società bisogna risalire alle sue origini. I coniugi Menti vivevano nei primi anni del novecento in Via Legione Antonini, dove gestivano un’osteria. Famiglia numerosa con sette figli da crescere, di cui cinque maschi. Pietro il maggiore, e poi Mario, Umberto, Guido e Romeo.
Nel 1919, stante la distruzione del vecchio campo di gioco di Borgo Casale durante la Grande Guerra, per gentile concessione di Giacomo Sartea che donò il terreno adiacente alla famosa birreria, venne inaugurato il campo di San Felice chiamato anche “campo de carbonea” perché il terreno era stato ricoperto con il materiale di scarto di una vicina fonderia.
Troppa era la vicinanza con l’abitazione della famiglia Menti e troppo forte la tentazione dei ragazzi per non attraversare la strada e intrufolarsi nel campo di gioco. Imparò a giocare per primo Pietro, poi via via tutti gli altri. Romeo era l’ultimo, il più piccolo.
L’A.C. Vicenza accoglie nei suoi ranghi prima Mario e poi Umberto. Nel campionato 1935/1936 Umberto Menti viene ceduto alla Juventus e contemporaneamente la società tessera anche il piccolo Romeo, che l’8 settembre 1935, a pochi giorni dal compimento del suo sedicesimo compleanno, esordisce nella prima delle due partite di inaugurazione del Campo del Littorio contro la squadra ungherese del Soroksar. Romeo rimane tre anni a Vicenza collezionando 79 presenze e ben 34 gol. Un giocatore giovanissimo e dotato di un talento eccezionale come lui non poteva certo passare inosservato e così viene ceduto a malincuore alla Fiorentina per 68.000 lire.
Romeo Menti rimane a Firenze tre anni, poi fu ceduto al Torino. Due brevissime tappe al Milan e alla Juve Stabia durante il periodo più travagliato della seconda Guerra Mondiale, poi nel campionato 1945/1946 torna alla Fiorentina. Dal 1946 al 1949 gioca nel “Grande Torino”, la squadra degli “Invincibili”, collezionando 81 presenze e 31 gol. Conta anche sette presenze nella Nazionale Azzurra dove segna 5 reti. Il 27 febbraio 1949 la Nazionale Italiana incontra il Portogallo e il capitano lusitano Ferreira esprime il desiderio di avere come ospite alla sua partita di addio al calcio la squadra più forte del mondo. Fu così che il Grande Torino gioca a Lisbona il suo ultimo incontro, che termina 4 a 3. Ed è proprio di Romeo Menti l’ultimo gol – su rigore – degli “Invincibili”. Al rientro in Italia l’aereo e tutti i suoi 31 passeggeri si schiantano sulla collina di Superga e del Grande Torino rimane solamente il ricordo indelebile e la storia di una squadra leggendaria che rimase imbattuta per sei campionati.
Nel luglio del 1949 il Comune di Vicenza decide di intitolare lo Stadio Comunale a Romeo Menti come a un Eroe del Calcio, ma la delibera di intitolazione ufficiale viene approvata formalmente solamente nel 2017.
Nel 1953, dopo la concessione in uso all’A.C. Lanerossi, si effettuano ulteriori lavori: vennero completati i vari servizi ed i posti furono portati a 30.000. Attualmente, dopo la conclusione dei vari lavori di ristrutturazione e di allestimento di apparecchiature richieste dalla normativa in fatto di sicurezza (tornelli, varchi, telecamere di sorveglianza, biglietterie elettroniche), la capienza del Menti è stata portata a 12.000 spettatori.