Oggi è stato presentato alla stampa Samuele Massolo, nuovo portiere biancorosso, alla presenza del direttore sportivo Luca Matteassi.

Matteassi: “Samuele ha già vinto due campionati, uno con l’Entella, l’altro con il Palermo. A Palermo è stato un vero protagonista, perché nel finale è stato protagonista nella promozione in Serie B, facendo prestazioni veramente importanti. Siamo contenti di averlo qui”.

Massolo: “Vicenza è una piazza che non si può rifiutare e dopo due anni a Palermo era arrivato il momento di prendere una decisione e sicuramente sono molto felice di essere qui. Quest’anno la mia intenzione era quella di cambiare aria e comunque avevo altre offerte, però quando è uscito il nome Vicenza, non c’ho pensato un attimo ad accettare. E’ una piazza che con la C c’entra poco e comunque a Vicenza abbiamo tutto, il centro sportivo, i tifosi, abbiamo tutto per vivere bene e quindi ho deciso di fare questa scelta perché ho voglia di rimettermi in gioco e cercare di fare un grandissimo campionato con la squadra.

Prime impressioni? Sono arrivato da 10 giorni, le prime impressioni sono veramente ottime, perché comunque la maggior parte del gruppo è quello dell’anno scorso e noi nuovi ci siamo ambientati alla grande, perché il gruppo ci ha accolto benissimo. E come dicevo, c’è tutto per lavorare bene, un centro sportivo bellissimo, lo staff che ci fa lavorare molto, molto bene e quindi, insomma, cercheremo di toglierci più soddisfazioni possibili.

Caratteristiche? Sono un portiere a cui piace giocare molto alto, seguire la linea con la squadra e me la cavo abbastanza bene tra i pali. Un aspetto che devo migliorare sicuramente è il gioco con i piedi, ma comunque nell’ultimo anno e mezzo ci ho lavorato tanto, quindi piano, piano, cercheremo di migliorarlo sempre di più.

E’ difficile partire dicendo “devo vincere la Serie C”, la Serie C si vince con tante componenti, il gruppo e anche un pizzico di fortuna. Io sono dell’idea che la Serie C si vinca pensando partita dopo partita, occorre entrare in campo con l’obiettivo di vincere quella partita, poi alla lunga quello che deve arrivare arriva. Vicenza come Palermo è una piazza calda, dove devi avere personalità e questa cosa, a me, stimola veramente tantissimo.

Affetto di Palermo? Ero arrivato molto in sordina e poi alla lunga con il duro lavoro, sono riuscito a togliermi delle soddisfazioni molto importanti. Palermo è una piazza molto calda e abbiamo vinto i play-off e nessuno si aspettava che ottenessimo questo risultato e siamo entrati nel cuore dei tifosi.

Prima volta al Menti? Avevo giocato contro l’Arzignano al Menti, 4-5 anni fa, quando ero alla Sambenedettese. Non vedo l’ora di fare l’esordio in casa, ma mi hanno già parlato tutti benissimo della tifoseria e della piazza.

Gruppo? Conoscevo De Col, Costa e Valietti, avevo giocato insieme a tutti e tre all’Entella e ci siamo ritrovati, avevamo un bellissimo rapporto e ce lo abbiamo tuttora.

Modello? Come la maggior parte dei portieri italiani, Gigione Buffon, però sono sempre stato attratto da Neuer comunque, per il modo di interpretare il ruolo.

Impressioni sullo staff tecnico? Mi trovo veramente molto bene. Il mister, come hanno già detto molti miei compagni, è uno che lavora molto sodo, ci sta facendo lavorare parecchio, com’è giusto che sia, perché comunque adesso occorre mettere benzina nelle gambe e per quanto riguarda il gruppo portieri, uguale, stiamo lavorando alla grande con Lorenzo Squizzi. Si è creato da subito un bellissimo feeling tra di noi.

Confente? Abbiamo un rapporto bellissimo, davvero, appena sono arrivato è stato uno dei primi ad accogliermi e mi ha accolto veramente alla grande. Stiamo tutti i giorni sempre insieme. E alla fine, nel nostro ruolo gioca solo uno, ma io sono venuto qui, credetemi, con la massima disponibilità e umiltà, mi metto a disposizione della squadra e, se ci sarà la possibilità, cercherò di fare il meglio possibile. Da parte mia darò il massimo sempre, ogni giorno.

Evoluzione ruolo? Negli ultimi anni il ruolo del portiere ha subito un’evoluzione e adesso si richiede quasi di più al portiere di giocare con i piedi, piuttosto che al saper parare. Io sono sempre dell’idea che il portiere debba in primis parare, poi se sa giocare con i piedi, ancora meglio”.

Matteassi: Portiere? Samuele è stato molto chiaro, sincero, poi è un ragazzo che pensa al noi, non all’io.
Lui è venuto qui con la massima umiltà e si metterà a disposizione, poi ci sarà l’allenatore che farà le proprie scelte. E’ importante avere due portieri forti, poi l’allenatore deciderà chi deve giocare, il portiere di solito è uno, anche se fa un errore, gli devi dare ancora fiducia, perché funziona così, per farlo sentire importante. Però dietro deve avere anche un altro portiere che deve fare stare sul pezzo il primo, perché se gli errori dovessero diventare troppi, dietro devi avere poi una persona affidabile che ti dice “alt, adesso gioco io”, funziona così”.

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