Oggi è stato presentato il nuovo esterno sinistro biancorosso, Andrea Beghetto.
Queste le sue prime parole, insieme alle dichiarazioni del direttore sportivo Luca Matteassi.
Matteassi: “Andrea è un calciatore che abbiamo preso in prestito dal Pisa fino al termine della stagione. È un esterno sinistro mancino, classe ‘94. Andrea è arrivato qui con tanto entusiasmo, ha accettato subito la nostra chiamata. Noi siamo veramente molto felici di averlo portato a Vicenza e desidero fargli un grandissimo in bocca al lupo”.
Beghetto: “Ringrazio il Direttore per le parole spese e per la chiamata al Vicenza, come ha detto lui ho accettato subito perché è una piazza importante e, come sapete, ho dei trascorsi familiari importanti e quindi so cosa vuol dire essere qui e per me è un onore.
Mio papà? Era entusiasta quanto me. Quindi è stata è stata una cosa bella anche per lui. Mi ha ricordato quello che mi aveva sempre raccontato di Vicenza, ovvero sempre cose positive, sempre cose belle. Perché ovviamente lui ha fatto ha vinto cose importanti qui, ha solo ricordi positivi.
Cosa mi ha convito a scegliere questa maglia? In realtà, mi è bastata la chiamata. Da piccolo vedevo le le VHS di papà di quando giocava qui, quindi non ci ho pensato nemmeno un secondo. È stata veramente una cosa velocissima. Sono veramente contentissimo.
Papà ha dichiarato che è felice di riavermi a casa? Ho girato un po’ in questi anni. Per me è come essere a casa qui, anche se sono nato a Perugia, perché papà giocava lì quando sono nato. Però poi è venuto a giocare qui a Vicenza e ci siamo trasferiti. Quindi per me questa rappresenta casa.
Esperienza di Lecco? Venivo da un infortunio grave, che mi ha tenuto fuori dal campo per un anno, poi a gennaio 2024 rifiutai una proposta sempre dalla serie C, perché per me non era appetibile e quindi rimasi fermo altri sei mesi, anche se in realtà stavo già bene. Quindi, sono stato fermo un anno e mezzo, quest’estate sono ripartito da Lecco e devo ringraziare sia mister Baldini che mi ha chiamato, sia la società che mi ha dato la possibilità, quindi devo solamente ringraziare Lecco e tutti i tifosi che mi sono sempre stati vicino. Quando ricominci dopo un brutto infortunio, non è mai facile. E’ come ricominciare da zero e quindi devo solo ringraziarli. Sono stati sei mesi, dove siamo partiti con molto entusiasmo, poi le cose non sono andate benissimo e c’è stato il cambio di allenatore. Quando le cose magari non girano bene, è tutto un po’ più difficile, anche gli episodi sono un po’ più a sfavore, diciamo.
Adesso sono qui a Vicenza con tantissimo entusiasmo e quindi so dove sono venuto, so per cosa si lotta qui e non vedo l’ora di iniziare.
Impatto con il gruppo? Positivissimo perché è un gruppo veramente sano e che ha voglia di vincere. Quando entri in un gruppo così, devi solamente adattarti a quello che hanno fatto nei primi sei mesi e inserirti nella maniera più idonea possibile, cercando subito di capire le cose che il mister chiede per entrare appunto nei meccanismi. Mi sono trovato subito benissimo, mi hanno fatto sentire subito a casa e quindi devo ringraziare i ragazzi per l’accoglienza.
Contributo alla squadra? Questo è un modulo che risalta le mie caratteristiche. In carriera, gli anni migliori li ho fatti quando ho giocato a cinque, a Frosinone, alla Spal, sia in Serie B che in Serie A. Anche a Genova, ho giocato come sterno di fascia nel 343, è il ruolo che risalta di più le mie caratteristiche. Quindi, il modo in cui gioca mister Vecchi è quello che si adatta meglio alle mie caratteristiche. Sicuramente so che c’è un giocatore importante nel mio ruolo, secondo me comunque la competizione, anche in allenamento, porta ad avere risultati migliori la domenica, sono a completa disposizione per qualsiasi cosa.
Ti è già capitato in carriera di dover rincorrere? Ho vissuto sia lo stare sopra in classifica e giocare per non farsi riprendere e lo star sotto per riprendere. Personalmente parlando, preferisco star sotto e riprendere. Perché mentalmente se vieni ripreso è un po’ più tosta e poi per ripartire devi essere più forte. Noi siamo -8, quindi solo noi possiamo lavorare e tenere alta l’intensità e il livello dell’attenzione in settimana per riportarlo poi in partita e vedere cosa succederà. A Frosinone siamo stati sia sopra che sotto. Il primo anno eravamo saliti in Serie A fino a tre minuti dalla fine, poi con il Foggia abbiamo preso gol a tre minuti dalla fine e quindi è stata una batosta. Anche lì avevamo un gruppo forte perché poi abbiamo vinto i playoff. Non era facile uscire dalla promozione diretta a tre minuti dalla fine del campionato e poi giocarci i play-off contro squadre che magari erano entrate all’ultimo e avevano entusiasmo, è stato difficile. Però avendo un gruppo forte si riesce a far tutto e rincorrere. L’anno in cui perdemmo i playoff sempre con il Frosinone e l’anno del covid che bloccarono i campionati, ci fu un po’ di confusione generale, un po’ per tutti. Da terzi eravamo passati ad ottavi per poi agganciare i playoff ed arrivare in finale. Ho vissuto un po’ tutto so che è difficile sia vincere quando sei sopra, sia rincorrere. Però io sono positivo.
Numero maglia? 13, perché è il numero con cui ho iniziato in Serie B alla Spal, avevo fatto molto bene e dove sono andato, ho sempre cercato di prenderlo come numero.
Alcione? E’ una squadra che ha una propria identità. L’anno scorso ha vinto il campionato, ha tenuto buona parte del gruppo, hanno entusiasmo. Occorre mantenere alta l’attenzione perché è una squadra che prova sempre a giocare, una squadra con personalità. Il Vicenza deve giocare a testa alta, rispettando l’avversario ma conoscendo le proprie caratteristiche e le proprie qualità.
Un primo ricordo del Menti da bambino? Ho molti ricordi, quello a cui sono più legato è quando entrai in campo allo stadio in braccio a papà, con la promozione in Serie A”.
Domanda a Matteassi: “A questo punto il mancato di Vicenza come proseguirà? A questo punto penso che sia finito e dico penso perché il mercato finisce il 3 febbraio, quindi non si può mai sapere. Però quello che volevamo fare l’abbiamo fatto e vedremo semmai se daremo la possibilità a qualche ragazzo giovane, come abbiamo fatto con Pellizzari, di andare a giocare e fare esperienza per giocare con più continuità”.