Mister Stefano Vecchi ha incontrato la stampa, in vista della sfida di campionato Serie C Now contro la Pro Patria, in programma domani alle ore 18:30, allo stadio Romeo Menti.
“Pareggio è una mezza sconfitta qui? Non è così solo da adesso, lo era anche l’anno scorso, ma è normale perché l’esigenza di una squadra forte è quella di andare in campo per vincere. Però noi non dobbiamo farci condizionare troppo da questo, perché dobbiamo ragionare sul fatto che siamo ancora in crescita e siamo ancora in una fase di conoscenza ma abbiamo bisogno di fare alla svelta. Arriviamo da prestazioni con segnali sia incoraggianti, sia non positivi, lo sappiamo e stiamo lavorando. La squadra ha valori tecnici importanti, si allena sempre al massimo e con grande impegno. Stiamo lavorando per limare gli errori e per crescere sulla consapevolezza di essere forti e di conseguenza avere il dominio del gioco. Poi è normale che trovi anche squadre che giocano con grande spirito e piglio contro di noi, e dobbiamo essere un po’ più forti anche in questo. Siamo in una piazza esigente ma lo sapevamo tutti noi quando siamo venuti qui, non è una novità, dobbiamo fare in modo di dimostrare di valere questo ambiente e questa piazza, singolarmente dobbiamo dare tutti un po’ di più, di squadra verrà fuori qualcosa in più di conseguenza, anche noi come staff. Dobbiamo mettere in campo una squadra più quadrata per tutta la partita e non solo per 30 o 40 minuti. A livello di atteggiamento, invece, abbiamo dimostrato grande impegno e grande predisposizione alla sofferenza e questa è una base forte che richiede la categoria e che abbiamo dimostrato di avere.
Se mi aspettavo una squadra più pronta? Che fosse più pronta, forse, lo pensavamo finita la scorsa stagione, poi quando perdi altri pezzi, ti accorgi che è qualcosa di nuovo. Bisogna trovare equilibri nuovi e abbiamo dato segnali di crescita nell’atteggiamento, mentre nel gioco solo a fasi alterne. Non abbiamo dimostrato di comandare le partite ma di giocare alla pari con tutti. Il potenziale qui è alto, molti ragazzi hanno margini di crescita e sta a me farli esprimere al meglio.
C’è qualcosa che non vorrei vedere? Preferisco guardare le cose da fare rispetto a quelle da non fare, nel senso che sappiamo su cosa migliorare e di conseguenza saranno meno le carenze.
Le assenze a centrocampo hanno complicato le cose? Un po’ sì, però alla fine vanno in campo giocatori di livello che hanno qualità. Sta a noi metterli nelle condizioni giuste e capire chi si combina meglio. Carraro e Della Latta danno fisicità, gli altri danno grande dinamismo.
Come mai a Zanica si è rischiato di più in parità numerica? Sicuramente è una questione anche di atteggiamento mentale, noi in undici andiamo in campo per fare la partita. Nel momento in cui rischi due volte in contropiede, sparisce un po’ di convinzione e poi ti focalizzi di più sul non subire. Diventa una situazione di attesa, come quella che fanno in tanti contro di noi, nella quale ci siamo mossi bene. Ma noi dobbiamo avere la forza della squadra che ha personalità, forza, impatto e vuole determinarla, non possiamo aspettare i contropiedi e stare in attesa.
Laezza stavolta ci sarà dall’inizio? E’ a posto fisicamente e torna pienamente a disposizione. Nell’undici c’è qualche ballottaggio che mi tengo fino a domani.
A centrocampo gli avversari spesso hanno la superiorità numerica? Non credo sia un problema perché abbiamo sempre giocato così, dobbiamo sopperire a questa sensazione con maggior attenzione e applicazione in fase di copertura e in fase difensiva. Non è una costante in tutta la partita, è una sensazione sporadica. Secondo me lì in mezzo ci siamo, bisogna saper far entrambe le fasi. A mio avviso non è solo una questione tattica e andrà meglio quando tutti saremo al 100%.
In mezzo? Ci sono Rossi, Greco e Zonta a disposizione, numericamente ci siamo, però è un reparto dove abbiamo variato nei test durante la settimana. Greco ha dimostrato di saper fare quel ruolo con grande dinamismo lo scorso anno. Non è un mediano di palleggio ma di inserimento.
Talarico? Ha pagato un po’ un problema fisico ad inizio stagione e le situazioni che si sono create in queste tre gare, una volta una partita di sofferenza e copertura, poi in dieci, ha subito alcune necessità tattiche. Adesso è pienamente a disposizione.
Rauti? Per caratteristiche è quello che lega di più il gioco e può essere di più seconda punta, però tutti e tre sono giocatori dinamici e non attaccanti statici, fanno grande movimento. Secondo me possono giocare tutti e tre insieme, in base agli attaccanti, perché hanno valori importanti. E’ uno dei dubbi che ho, e c’è anche Capone che sta trovando la migliore condizione, oltre a Della Morte che ora sta bene.
Diventare più incisivi? Sì, è una conseguenza anche questa, ci manca qualcosa qua e là ma abbiamo visto segnali importanti. Occorre fare una partita concreta per 95 minuti, in fase difensiva, in fase offensiva, nella squadra nel suo complesso e nei singoli, diventando squadra a tutto tondo, facendo entrambe le fasi tutti.
La Pro Patria proporrà qualcosa di diverso? Ha sempre espresso un gioco propositivo, non si limita a difendere, gioca con tre attaccanti ed è stata costruita con un mix di giocatori esperti e di giovani brillanti”.