Mister Stefano Vecchi ha incontrato la stampa, in vista della sfida contro la Feralpisalò, in programma domani alle ore 15:00, allo stadio “Lino Turina”.

“Il pericolo è la pressione? No, il pericolo è che giochiamo contro una squadra forte che è terza in classifica ed è un ostacolo impegnativo, come tutte le partite di questo campionato. E’ una partita che riveste una grande importanza, perché è fuori casa e in una situazione in cui dobbiamo vincere ragionando come sempre una partita alla volta, dando il massimo con lo spirito e la consapevolezza di essere una squadra forte. Come si è visto anche a Renate, dove non abbiamo fatto un buon primo tempo ma nel secondo tempo abbiamo spinto fino alla fine, con i cinque cambi e con tutti e questa è la dimostrazione della consapevolezza e della forza che abbiamo raggiunto in questo momento. Siamo portando avanti il nostro lavoro, ragionando una partita alla volta e dobbiamo continuare in questo modo, siamo cresciuti tanto e dobbiamo continuare così.

Prima volta al Turina da ex? Sarà qualcosa di particolare, purtroppo sono già abbastanza vecchio da aver giocato tante partite da ex, sia come giocatore che come allenatore. L’obiettivo mio e nostro è quello di ragionare sull’importanza e la forza della Feralpi. Il contesto mi riporta a ricordi molto positivi, anche rivedere qualche ragazzo e persona della società, fa sicuramente piacere. Domani per un po’ saremo nemici e noi abbiamo l’obbligo di andare in campo per vincere la partita.

Come sta la squadra? La squadra sta bene, è stata una settimana un po’ particolare, qualcuno ha avuto la febbre. Rossi sarà assente per questo motivo. Laezza? Ha avuto un po’ di febbre ma è a disposizione.

Cosa mi preoccupa di più della Feralpi? Conosco l’ambiente e i giocatori e so che sono in grado di fare una partita importante perché hanno dei valori importanti. Perché le partite diventino importanti, dobbiamo giocare gare importanti. E’ una gara che vale tantissimo ma siamo abituati a giocare con l’obbligo di ottenere il risultato, con questa pressione, niente di nuovo. Dobbiamo andare in campo a fare quello che sappiamo fare.

In partite così è più importante l’aspetto mentale? E’ sempre importantissimo e questa squadra lo ha ben marcato e forte. Già dallo scorso anno si sta lavorando su questo e la squadra ha sbagliato veramente molto poco sotto questo punto di vista, nonostante la necessità di vincere e la pressione del dover rincorrere e ottenere risultati. Abbiamo sempre avuto un atteggiamento mentale di altissimo livello.

Gioco fuori casa diverso? Dipende da diversi fattori ma credo più dall’intraprendenza dei nostri avversari che dal nostro modo di giocare. Gli avversari sono abituati a giocare nel loro contesto, noi un po’ meno, indubbiamente in casa nostra, il supporto del nostro stadio è un fattore determinante e decisivo.

Andreoletti ha detto che chi sta dietro può essere un po’ frustrato? E’ dall’inizio dell’anno che noi facciamo le nostre partite, ragionando una gara alla volta e guardando poco in casa degli altri.

A centrocampo Zonta–Ronaldo? Come per l’attacco, abbiamo soluzioni importanti in base agli avversari e alle situazioni. Potremmo cambiare qualcosa.

Qualche pensiero su Della Latta che è in diffida? Zero. Domani è la partita della vita, non ci interessa niente, abbiamo un reparto numeroso. Non ci sarà Fausto Rossi ma a parte la febbre sta bene fisicamente, quindi avremo a disposizione anche lui nella prossima gara. Non abbiamo nessuna gestione di nessun genere.

Si è chiuso anche il mercato? Per fortuna, perché ti porta a fare delle gestioni difficili. da un lato ti metti nei panni di chi gioca meno e vorrebbe trovare più spazio altrove, dall’altro lato ti chiama mezzo mondo, perché a Vicenza vorrebbe venire chiunque. I professionisti che abbiamo noi lavorano e si impegnano al massimo, anche chi aveva mire di guardarsi attorno. Poi quando il mercato si chiude e si sa che il gruppo è questo, si diventa ancora più forti.

Domani finalmente Padova e Vicenza giocano alla stessa ora? Mi auguro che sia così fino alla fine, credo sia più corretto, equo e logico. Ormai siamo abituati a tutto, abbiamo giocato spesso dopo e abbiamo visto cosa può succedere dal punto di vista emotivo prima o dopo. Continuiamo nel nostro percorso”.

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