Le dichiarazioni dell’Amministratore Delegato Rinaldo Sagramola e di mister Dan Thomassen, al termine della gara contro la Triestina.

Sagramola: “Colgo l’occasione per presentare il mister, perché in questi giorni non c’era stato tempo per farlo. Abbiamo inteso affidare la responsabilità della guida della squadra a chi conosceva già molti degli interpreti, essendo stato con loro anche lo scorso anno, in qualità di collaboratore dell’allenatore Cristian Brocchi. Piuttosto che avventurarci con un nuovo allenatore che avrebbe avuto bisogno di 15 giorni solamente per capire e per ricordarsi il nome dei giocatori, visto che siamo ormai nella fase finale, ancorché la più importante del campionato, abbiamo preferito dare continuità, visto l’operato e visto che Dan gode dell’assoluta fiducia di tutta la struttura e dell’area tecnica. E quindi abbiamo iniziato oggi, anche soffrendo, ma bene, sperando possa essere un buon viatico, colgo l’occasione anche per fargli un grande in bocca al lupo”.

Thomassen: “Veniamo da una settimana un po’ diversa dalla loro, sono stato giocatore anch’io e conosco i momenti insomma. C’è stato poco tempo, ci sono tanti processi che richiedono tempo, che noi dobbiamo accelerare assolutamente, quindi considerato il poco tempo a disposizione, io mi ritengo soddisfatto. La strada parte con un unico obiettivo: per me il modulo e il modo di stare in campo è determinato dalle caratteristiche dei giocatori. Quindi per la conoscenza che avevo della rosa e per quello che ho visto quest’anno, essendo dell’ambiente e avendo seguito le gare della prima squadra, facendo un’analisi delle caratteristiche di tutti i giocatori della rosa, ho cercato come ho detto a loro, di mettere più giocatori possibili a casa loro, ovvero dove, a mio avviso, possono esprimersi al meglio, inteso come posizione in campo e compiti. Quali problemi? Parlare di problemi, oddio…quando si cambia allenatore qualcosa che non funziona c’è, se la società ha scelto di farlo è perché avrà visto che qualcosa non andava e io non sono venuto qua di per sé per analizzare i problemi, perché non è mai stato il mio approccio alle cose. Sono arrivato con estrema carica e molta positività, che è quello che voglio trasmettere, perché a mio avviso è una squadra di alta qualità, che negli ultimi mesi o settimane ha fatto fatica ad esprimerla. Voglio essere onesto anche oggi non è venuta fuori tutta, però è una squadra che ha estrema qualità. Secondo me i ragazzi devono essere messi nelle condizioni di potersi esprimere e io chiaramente ho una mia idea molto chiara, su dove possono farlo al meglio. C’è il tempo? Mah, che ci sia o non ci sia, non è un argomento, bisogna pedalare e accelerare, è una delle prime cose che ho detto ai ragazzi, massima disponibilità nel conoscervi, io ho bisogno di tempo per conoscervi e come ho detto prima ci sono dei processi che dobbiamo accelerare e infatti stiamo cercando di stare insieme il più possibile, perché ho bisogno di capire ogni ragazzo, ho bisogno di annusare sentimenti, emozioni, per poter poi toccare le corde giuste.

Accoglienza? L’accoglienza è stata ottima. Conoscere già tantissime persone, non solo all’interno della società, dai vari collaboratori, allo staff sanitario, staff medico, buona parte dei giocatori, mi ha permesso di accelerare i processi e di entrare veramente con il sorriso fin dal primo giorno. Questa è una cosa che facilita il nostro percorso.

La gara? Abbiamo subito un po’ l’impatto della partita, perché il primo quarto d’ora abbiamo trovato una Triestina ben preparata, che sta bene, questo lo sapevamo e poi per assurdo in uno dei momenti migliori della Triestina siamo riusciti a fare goal noi. Nel secondo tempo ci siamo abbassati leggermente troppo e non siamo riusciti ad avere la tranquillità necessaria, in fase di possesso, per riuscire a salire un po’ di più con la squadra e attraverso la fase di possesso poi diminuire quella di non possesso. Quindi c’è stato da soffrire, questo sì, ed è stata la prima cosa che ho chiesto ai ragazzi, dato che non sono assolutamente arrivato con la bacchetta magica, ho chiesto a loro prima della partita di oggi di portare in campo protezione, sicurezza e di cercare di darsi una mano l’uno con l’altro e questo sinceramente mi sento di dire che l’ho visto. Dobbiamo lavorare, certamente, siamo qui per questo, ci sono tante cose ancora da inserire, però ricordiamoci sempre la settimana corta, comunque con un cambio modulo, un cambio forse anche di come stare in campo e sono tutti i cambiamenti che, considerando che è la prima partita dopo tre giorni, io vedo assolutamente positivi.

Due punti persi o uno guadagnato? Nessuna delle due, non voglio fare il politico, però allo stesso tempo, ci ho visti perdere un po’ campo, abbassarci un po’ troppo però, sinceramente avevo anche la sensazione che non ci sarebbe voluto poi così tanto ad eventualmente far loro male. Abbiamo avuto un paio di situazioni dove abbiamo avuto troppa fretta o poca lucidità nel fare le scelte e l’ultimo passaggio, quindi sinceramente, secondo me, poteva finire da entrambe le parti la partita.

Sempre in piedi durante la gara? In realtà anche quando allenavo la Primavera ero sempre in piedi non è una cosa riferita alla prima squadra. Ho cercato di continuare ad essere me stesso.

Come è stato l’impatto emotivo? Ho avuto giorni con emozioni contrastanti, forti. Da un lato felice come un bambino, dall’altro anche un po’ agitato, sono umano. Ho una grandissima carica, un grande senso di responsabilità perché sono molto grato dell’opportunità che mi è stata concessa e allo stesso tempo riconosco la grande responsabilità che ho per la storia di questa società e credo sia doveroso vivere questa esperienza e cercare di trasmettere quello che sono. Non posso arrivare qui ed essere qualcosa che non sono. Vengo da un altro paese, posso avere una visione diversa di certe cose, ho la mia esperienza, i miei valori e questo devo portare. Sono stati giorni molto intensi ma per me personalmente fantastici.

Ora una settimana per lavorare? Le idee da portare avanti non saranno poi così tante. I cambiamenti su modulo, sistema di gioco e anche sull’atteggiamento in campo sono cambiamenti abbastanza forti. Più che riempire, non dico che ci sia da svuotare ma c’è da aggiustare, avere una mano molto leggera anche dal punto di vista di contenuti da inserire perché altrimenti rischiamo di fare confusione che non è quello che voglio fare, anzi voglio cercare di fare chiarezza e dare anche leggerezza. Come ho già ribadito ai ragazzi è l’aria che deve essere leggera. Assolutamente si deve lavorare forte, si devono curare i dettagli, però ci deve essere l’aria leggera, è questo che voglio portare”.

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