Le parole di mister Francesco Baldini, Franco Ferrari e Thomas Sandon, al termine della sfida contro la Juventus Next Gen.

Baldini: “Ho detto ai ragazzi che stasera siamo stati squadra dentro e fuori. L’atmosfera in panchina era importante, tutti avevano voglia di essere partecipi di questa serata: è stata una vittoria di squadra. Ora dobbiamo trovare il nostro cammino anche in trasferta. Soffriamo ancora troppo rispetto alle occasioni che creiamo, dobbiamo chiudere prima le partite, ma sono molto soddisfatto della prestazione e penso che la squadra stia crescendo. Ferrari? Stasera gli ho detto che se non avessi visto quello che avevo visto nelle prime partite, l’avrei sostituito dopo 20 minuti. Io voglio vedere quello che ha fatto vedere stasera, perché se lui fa quello diventa un trascinatore per la squadra. Quando giocavo e un attaccante stava sempre fermo in area lo marcavo con la sigaretta in bocca, invece se un attaccante va in giro per il campo diventa più pericoloso. Quando dico che abbiamo lavorato da squadra mi riferisco a lui, ma anche a Rolfini che ha dato tanto in non possesso. Abbiamo dato sensazione di compattezza: quando giocano così le punte danno una mano al resto della squadra. La scelta di un centrocampo giovane? Non potevamo fare altrimenti, perché giochiamo ogni tre giorni. Prima o poi giocheranno tutti, questo è il messaggio che volevo far passare. Quando vuoi coinvolgere tutti i tempi si allungano, sarebbe stato più facile far giocare sempre gli stessi 15/16 giocatori, ma ora il messaggio è abbastanza chiaro. Sandon? Passando a quattro sulla sinistra non ho grandi alternative, avevo bisogno di testarlo e avevamo già provato dal primo minuto in Coppa Italia. La squadra ha dato solidità. Cappelletti devo metterlo in naftalina perché ha presenza in campo, è uno che si fa sentire, che urla, che parla. Hanno fatto bene anche Padella e Ierardi. Io li conosco gli attaccanti della Juve, avendo allenato lì, non sono facili da marcare, hanno fatto bene stasera. Ierardi? Non mi aveva fatto impazzire nella posizione di terzino perché stringeva troppo come se giocasse da centrale e costringeva Dalmonte a corse troppo lunghe. Cappelletti non potevo metterlo da terzino nella prima partita perché altrimenti avrei dovuto sostituirlo al 50’, volevo dargli minutaggio, ma ho sempre pensato che potesse giocare lì. Verso la fine della partita ha iniziato a sentire un po’ di fastidio: non è un problema che si risolve facilmente, è un problema col quale dobbiamo convivere. Verticalizzazioni? Oggi si sono viste tante verticalizzazioni e velocità di gioco, ma dipende sempre dall’avversario che trovi. La Juve è venuta a giocarsi la partita, è molto più difficile farlo contro squadre che stanno in 11 sotto la linea della palla. L’alternativa è lavorare sulle fasce e passare dai cross per Ferrari o Rolfini, sfruttando giocatori come Dalmonte. Ronaldo? Penso abbia fatto due prestazioni da giocatore veramente importante. Gli ho chiesto che cosa ci facesse in questa categoria. Alcune intemperanze lo hanno frenato, ma per qualità e per temperamento è un giocatore di categoria superiore. Sono contento sia arrivato a stare bene, ha saltato le prime partite, ma ora sta bene in termini di condizione. Lui è un play, può giocare anche mezz’ala o più avanti dove può trovare più gol ma deve mantenere la posizione davanti alla difesa in questo momento, come gli chiedo. Jimenez? Purtroppo aveva avuto una distorsione alla caviglia e ho dovuto risparmiarlo in qualche partita, ma non possiamo prescindere dal coinvolgere tutti i giocatori in rosa. Ho bisogno di tutti. Se pensiamo di riproporre due partite di fila la stessa formazione diventa complicato: Padella è uscito con una botta, Ronaldo ha chiesto il cambio e Sandon aveva i crampi, occorre valutare in settimana tutte queste cose. Goal da corner? Non ci abbiamo lavorato tanto, perché non c’era tempo. Abbiamo dei buoni battitori perché Ronaldo, Jimenez e Giacomelli li battono bene e abbiamo dei buoni saltatori, ma non abbiamo avuto la forza di buttarla dentro nella scorsa partita. Oggi è capitata sulla testa di Ferrari e ha fatto goal, ma penso che la pericolosità che abbiamo con giocatori come quelli che abbiamo noi è sicuramente alta. Dalmonte? È un giocatore che abbina tutto, fa la fortuna degli allenatori perché fa bene entrambe le fasi, lo trovi dappertutto, come Greco, perché ha qualità e corsa. Avendo visto i test fisici in estate ho pensato potesse fare il quinto alla Cuadrado e ne sono ancora convinto. Mi piace a destra perché ha più soluzioni, a sinistra potrebbe rientrare e tirare, ma a destra è più al servizio della squadra in quel ruolo. Quando i giocatori sono a servizio della squadra, come Ferrari, gli altri si mettono a loro disposizione. Per questo dico che oggi abbiamo giocato da squadra. Greco? È tornato, non è che sia mai andato via, ma gli piace fare la mezzala. I suoi anni più difficili sono stati al Torino, dove ha fatto il quinto di centrocampo. Se lo metto mezzala è felice, sa difendere e attaccare, ha  anche goal, è un giocatore importante. L’abbraccio di Dalmonte e Ronaldo dopo il cambio? Abbiamo un ottimo rapporto. Le difficoltà fortificano ancora di più, oggi è una prestazione da squadre e se noi siamo squadra, sono convinto che serate come questa, ce ne potranno essere tante. A me interessava arrivare ad essere squadra e ora lo dobbiamo fare anche in trasferta, perché quello che abbiamo messo in campo oggi lo dobbiamo mettere anche fuori casa”.

Ferrari: “Non riuscivamo a far vedere in campo quello che facciamo negli allenamenti, oggi ci siamo riusciti e siamo contenti per quello. Loro avevano comunque tanta qualità e provavano a giocare. Le due reti? Purtroppo non è entrato il terzo che pensavo sarebbe entrato. E’ la terza doppietta qui, è bello, uno lavora tutta la settimana aspettando di fare goal e ancora più di vincere, quindi è spettacolare. Mister mi aveva parlato? E’ vero, mi ha motivato, più che altro è anche dal ritiro che mi dice sempre le stesse cose, ci crede nei giocatori, che è una delle prime cose per cui ho scelto Vicenza. La sua chiamata mi ha fatto capire che dal primo momento credeva in me, penso che lo sto dimostrando. Quando trovi un allenatore così che ti vuole, ti fa credere al 100% nel progetto, ti fa arrivare al massimo del tuo potenziale ed è una cosa bellissima, anche perché mi sta dietro sempre dietro. Non mi ha detto di fare goal, ma mi ha detto di correre dietro a tutti, di aiutare la squadra, che magari l’ultima partita avevo fatto meno, perché arrivavo un po’ stanco. Sono contento per quello che mi ha detto, mi fa piacere perché mi fa capire ogni giorno che crede in me e non è scontato per un giocatore. Ho un rapporto bellissimo con lui. Ha detto che me lo ridirà? Certo, tutti i giorni, basta che faccio goal (ride, ndr). Abbiamo tanti ragazzi che lavorano nello staff e appena finisce la gara, sappiamo già tutti i nostri errori, sappiamo tutto sempre, per cercare di migliorarci. Lavorare così è bello e ti rende anche più bello andare a fare allenamento. L’intesa con i compagni? C’è, nell’ultima gara ci sono mancati gli ultimi 10 metri di finalizzazione. Ma ci alleniamo per proporre questo tipo di soluzioni di qualità a prescindere dagli interpreti o da chi entra, siamo tutti uguali. Il dolore nel finale? Non avevo niente, non ce la facevo più e ho fatto un po’ di scena per prendere fiato e avvicinare il fischio finale. Rolfini? E’ brutto non segnare per un attaccante. Io sono in auto con lui, sono in camera in hotel con lui e gli dico sempre che sappiamo quanto sia forte, il gruppo crede in lui e sappiamo quanto sia importante per la squadra, arriverà anche il suo momento. Il gol in trasferta? Purtroppo non entra. Anche con l’Albinoleffe me l’hanno parata sulla linea. Speriamo di farla già contro il Renate. La dedica per la doppietta? Alla mia ragazza e alla famiglia. Non avevo mai fatto così tanti gol in così poche partite, è sicuramente merito del lavoro dello staff e del gruppo. Ma la mia famiglia e la mia ragazza c’erano anche quando non segnavo e mi stavano vicino per farmi capire il mio potenziale”.

Sandon: “Sono contento, ho combattuto contro la pubalgia e sono contento di essere tornato, quasi al 100% anche se ho ancora un po’ di fastidio, però riesco comunque a giocare e sono molto contento per questo. Terzino? E’ il mio ruolo preferito e giocando con questo modulo lo posso fare, però come ho sempre detto, sono disposto anche ad imparare a fare il terzo di difesa, anche perché in un futuro può sempre tornarmi utile, posso imparare ad ogni allenamento e anche i giocatori più anziani mi aiutano molto. Mi posso adattare tranquillamente, dove il mister ha bisogno e necessità. Giocare al Menti? È una sensazione unica, non ti nascondo che anche mentre gioco qualche sguardo alla curva lo do, perché è sempre un’emozione unica, spero anche di riuscire a fare un goal e di provare quell’emozione perché sarebbe fantastico. Prima da titolare in campionato? Ho passato tutto il ritiro a guardare gli altri giocare ed era veramente difficile star fuori, anche a livello mentale, era difficile stare sul pezzo. Ho avuto tutto lo staff che mi aiutato, il mister, ma anche i miei compagni che mi hanno sempre tenuto dentro il gruppo, però sono davvero contento di essere tornato. Poco in avanti? Ho cercato un po’ di gestirmi, però dalle prossime partite, quando ci sarà l’opportunità, andrò su a spingere. Come obiettivo personale voglio cercare un po’ più di continuità e anche spingere un po’ di più appunto, fare un po’ più la fase offensiva. Crampi? A livello di fiato sto bene, le gambe sono ancora un po’ affaticate, però pian piano riuscirò a dargli il giro giusto”.

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