Diretta a sorpresa per mister Mimmo Di Carlo che ha voluto trascorrere un’ora a rispondere le domande dei nostri tifosi, nel giorno del suo compleanno.

Si ricomincerà il campionato? “Secondo me sì, dipende molto da questo mese, dipende tanto noi, cerchiamo di stare a casa tutti e vedremo di uscirne il prima possibile, sono convinto che tra un mese sarà tutto più normale, se non riprenderemo il campionato a maggio, lo faremo a giugno”.

Il giocatore più forte che hai allenato? “Cito Antonio Cassano, che è un grande talento, quando c’era da fare la tattica, mi diceva “mister dì a tutti di dare la palla a me e basta”, perché poi in campo era lui che prendeva palla e creava superiorità numerica e metteva sempre le palle filtranti. Un altro giocatore fortissimo era Sergio Pellissier, un grandissimo attaccante di razza, grande professionista con più di 100 gol in Serie A. Quest’anno a Vicenza abbiamo un gruppo straordinario, ragazzi che attraverso il lavoro e la voglia di essere protagonisti si sono meritati il primo posto in classifica, dal primo giorno che li alleno danno sempre il 100%”.

La prima cosa che hai pensato quando ti ha contattato il Vicenza? “Ho pensato che si avverava un sogno, da quando ho smesso di fare il calciatore qua a Vicenza ho pensato che prima o poi ci sarei tornato da allenatore. Grazie alla famiglia Rosso, a tutta la proprietà e i soci, al direttore Bedin e al direttore Magalini, sono stati tutti bravi a chiamarmi e a spiegarmi il progetto. Ho guardato le persone che erano qui, ed erano persone molto affidabili, i colori biancorossi sono dentro di me, sono venuto qui per provare a costruire qualcosa di importante”.

Il giocatore di Serie C che ti ha più sorpreso? “Biasci del Carpi è un giocatore che ha fatto qualcosa di straordinario, è partito dalla panchina si è conquistato il posto da titolare e ha fatto tanti gol. Kargbo della Reggiana ha qualità straordinarie e il nostro Jari Vandeputte un giocatore che cambia i ritmi e i tempi delle partite”.

Il rigore contro il Monza? “Ve lo racconto, quando avevo 17-18 anni, giocavo in C mi facevano tirare rigori. Poi negli anni dopo hanno visto che non avevo proprio qualità eccelse e i rigori venivano fatti tirare agli attaccanti. A Vicenza quel giorno c’erano tutti i rigoristi, io ero il sesto, due però erano in panchina, uno squalificato e due erano stati sostituiti. Al 90’ ci hanno concesso un calcio di rigore, quindi mi sono presentato sul dischetto. Ricordo ancora il rumore dei nostri tifosi, invece di gioia c’erano brusii con “ma come, lo tira Di Carlo”, io invece sono arrivato lì tranquillo e sereno e ho fatto gol, portando i 3 punti a casa”.

La partita migliore di quest’anno? “Abbiamo fatto tante buone partite, contro le squadre che giocavano a calcio abbiamo giocato molto bene. La partita più bella l’abbiamo fatta a Trieste. Abbiamo fatto capire quanto forti eravamo in un momento importante della stagione”.

Del nostro settore giovanile ti ha impressionato qualcuno? “Quest’anno ho visto molti giocatori della Berretti e dell’Under 17. Si vede che c’è una buona base, però i giovani devono avere forza e pazienza e noi allenatori dobbiamo essere bravi a dar loro fiducia. Il futuro è dei giovani, a Vicenza c’è un ottimo responsabile e una buona mentalità. Tanto per dirne uno Issa, così come quelli che sono arrivati in prima squadra, sono tutti giocatori con un buon futuro ma devono lavorare tanto, quando si sono allenati con noi hanno fatto vedere le loro qualità”.

Quella volta in cui ti ha chiamato la Nazionale? “Ci è mancato davvero poco, Sacchi venne a vedere quella partita con la Lazio, andò nello spogliatoio da Guidolin e da Ernesto Galli, c’era anche Dalle Carbonare, e disse “Vorrei convocare Di Carlo per gli Europei peccato per la carta d’identità”. Ernesto Galli rispose “Mister ma è sicuro?”. A livello tecnico chiaramente non avevo la qualità per comandare il gioco ma avevo altre caratteristiche, quel tipo di chiacchierata però per me è stata un grande premio”.

Quale giocatore della squadra è più simile a te? “Questo gruppo è formato veramente da ragazzi fantastici, ringrazio la società e il direttore Magalini che mi ha dato un gruppo così, con giocatori di grande qualità e grande cuore, invito tutti loro a tenere duro adesso, ce la faremo insieme a portare a termine il nostro percorso. Parlo di un giocatore, Federico Scoppa, dopo qualche difficoltà iniziale adesso è un giocatore straordinario, è un leader, è amato da tutti gli altri giocatori, ha giocato meno di tutti, ma è quello che viene al campo sempre con il sorriso e trascina i ragazzi. Non parlo di Cinelli che è un ottimo giocatore, non parlo di Rigoni che ha fatto la Serie A, non parlo di Zonta e Pontisso che sono il nostro futuro, parlo di Scoppa che tecnicamente è più forte di me, però sul temperamento è identico. Sul recupero palla sono molto bravi Pontisso e Rigoni, mentre Cinelli è molto tecnico e abbina bene qualità e quantità”.

Pizzetto biondo se andiamo in Serie B? “Se andiamo in B la cosa più importante è il regalo che io, insieme allo staff e alla squadra riuscirei a fare a voi e alla proprietà che merita tante soddisfazioni”.

Senti i tuoi compagni della Coppa Italia? “Abbiamo una chat whatsapp e siamo sempre in contatto, quel gruppo ha fatto la storia e rimarrà nella storia, adesso vogliamo provare a riscrivere questa storia, con tempo e lavoro”.

La partita peggiore di quest’anno? “La prima partita a Modena non mi è piaciuto nulla, abbiamo sbagliato tutto ciò che si poteva sbagliare, ma anche la prima di ritorno con la Fermana”.

La Curva Sud durante le partite? “Faccio fatica a rispondere a una domanda così, io sono uno di voi, voi siete straordinari, io mi rivedo in quella Curva, nel soffrire e nel gioire, quando l’altra squadra avversaria arriva a Vicenza, la Curva pensa a doverli annientare tutti e questo è anche il mio pensiero. Ringrazio la Curva perché ci ha sempre sostenuto, si è creato un bel feeling tra squadra e tifosi e questo era il mio primo obiettivo, senza i tifosi facciamo fatica a vincere, così è molto più bello gioire insieme”.

Il gol biancorosso più bello? “Quello di Marotta, con la Feralpisalò. E’ un gol che descrive Alessandro, che è un ragazzo straordinario, è un leader come tanti leader che abbiamo. Ogni tanto ha dei momenti in cui vuole fare tutto da solo e io lo riprendo. Quel gol è stato davvero una perla, così come quello di Bruscagin al volo con la Reggiana e quello di Pontisso contro la Sambenedettese”.

Il tuo gol più bello? “Quanti ne ho sbagliati! (ride,ndr). Con il Venezia in casa un tiro da fuori, con il Napoli, con la giocata di Lele Ambrosetti che mi mise una palla in area, io mi sono buttato e ho segnato il gol che fece vincere la partita. I miei gol non erano così importanti, però quando li facevo era festa, anche per un mese”.

Un coro? “I biancorossi sono dei gran bevitori…per me è una canzone fantastica. Parlo per i papà, quando i tifosi arrivavano sabato e domenica in 1500 con le tende, noi facevamo allenamento e sentivamo l’odore della carne grigliata che stavano preparando, con le canzoni che intonavano tutto il giorno. Questo è il tifoso biancorosso”.

Che rapporto c’è con Renzo Rosso? “Un grande rapporto. Le persone bisogna conoscerle, tutti abbiamo un cuore, l’importate è che ci si parli e ci si confronti e noi dal primo giorno abbiamo deciso di dirci qualsiasi cosa, chiaramente rispettando i ruoli. Lui è avanti, ha questa caratteristica, come tutti i geni, quando parliamo lui vede il mondo un po’ più avanti e mi dà delle idee. E’ un rapporto molto franco e sereno, di grande condivisione sia con lui che con il Presidente Stefano Rosso”.

C’è tanta differenza tra Lega Pro e Serie B? “C’è differenza, chi però arriva dalla Lega Pro in B ha grande motivazione ed è proprio questa la forza, giocare ogni partita al 100% contro squadre che magari fanno la categoria già da diversi anni. Questa è la sostanziale differenza, ci sono giocatori di spessore tecnico più alto, più forza e più velocità”.

Reggiana o Carpi? “Sono entrambe forti, ci sono due bravi allenatori che hanno trovato il giusto equilibrio, il Carpi è più fisico e la metta più sulla grinta, la Reggiana gioca molto bene a calcio. Sono giustamente le due squadre che ci stanno rincorrendo”.

Quali sono le componenti per rimanere primi in classifica? “Umiltà, lavoro e volersi migliorare ogni allenamento. Fino ad ora siamo cresciuti molto, abbiamo fatto belle vittorie e bei gol. Quello che conta è lo spirito di squadra, dobbiamo mantenerlo alto a livello di motivazione, di relazione e di condivisione. Questo è un gruppo forte a livello di squadra, come singoli ci sono tante altre squadre forti come Carpi e Reggiana”.

Quali sono gli auguri che ti ha fatto piacere ricevere? “Quelli di mia moglie e delle mie figlie, sono qui a casa con loro e me le sto godendo un po’”.

Che fine ha fatto Gatton Gattoni? “E’ stata una bella di mia suocera. Ero squalificato e non potevo entrare in campo nell’ultima partita di campionato. Mia suocera mi disse ma perché non ti vesti da Gatton Gattoni che lo vedo sempre in campo. Ne parlai con la società e con Gatton Gattoni e mi sono vestito così. Prima di mettere il costume pesavo 75kg e dopo essere stato due ore col costume avevo perso più di 2kg, è una bella idea per una dieta (ride, ndr)”.

Un aneddoto di Stamford Bridge. “Essere arrivati in semifinale per tutti noi tifosi, per tutto il territorio vicentino, per il Veneto e per l’Italia è stato motivo d’orgoglio. Grazie quindi a tutti quelli che hanno contribuito per arrivarci. Mi ricordo tutti i tifosi che sono venuti, con il VAR saremmo passati noi in semifinale, il gol di Luiso era regolare. Loro avevano sicuramente più esperienza con 4 tiri in porta ci hanno fatto 3 gol, noi con 5 tiri abbiamo fatto un gol e un gol che non era da annullare. Tutti noi abbiamo dato il massimo per andare in finale, peccato.

Come scegli gli 11 da mandare in campo? “In base all’andamento degli allenamenti settimanali, grazie a tutti quelli dello staff tecnico che insieme attraverso occhi e dati del gps, cerchiamo di capire chi spinge di più e chi meno, ma anche chi magari spinge meno ma poi in partita va a 100, occorre conoscerli approfonditamente. Noi cerchiamo di premiare quelli che stanno bene e si allenano bene. Spesso abbiamo una formazione base, ad esempio quest’anno abbiamo il capitano Nicola Bizzotto che nonostante abbia giocato poco è un grade trascinatore, è il primo a motivare e spingere la squadra. Undici vanno scelti ma ho cinque sostituzioni e chiunque metta in campo di questo gruppo so che darà il massimo. Poi si sceglie in base anche alle caratteristiche degli avversari, ne scegliamo 7 su 11 e poi il sabato sera scegliamo gli altri”.

Chi è il più matto della rosa? “Marotta, Saraniti, Giacomelli, ma sono tutti matti simpatici. Sono ragazzi divertenti, tutti danno qualcosa. Per esempio Davide Bianchi è straordinario, va a mille, ogni volta che ha giocato ha dato il cuore. Lui come magari Scoppa, Pasini, Bizzotto hanno giocato meno ma siamo primi anche grazie a loro”.

Perché non vai mai ad esultare con la squadra sotto la curva? “Perché i protagonisti sono loro ed è giusto che siano loro a prendere gli applausi. So che ci siete e ci sarete sempre, dalla curva ai distinti con i ragazzi del quadrato, alla tribuna, abbiamo un feeling straordinario, ma loro ci mettono la faccia e le gambe ed è giusto che siano loro a prendersi l’applauso dei nostri fantastici tifosi”.

Ti arrabbi molto con i ragazzi? “Mi arrabbio quando c’è da arrabbiarsi, sono il condottiero ma sono sempre vicino a loro in ogni momento. Quando le cose non vengono fatte bene, bisogna cercare di correggerle. Il nostro obiettivo è migliorarci giorno dopo giorno. A volte quindi mi arrabbio, ma i ragazzi sono molto bravi, l’importante è aver dato tutto.

Portiamo Ronaldo al Vicenza. Prima dobbiamo arrivare in Serie A per provare a portarlo a Vicenza.

Cosa ne pensi di Zarpellon? “Quando una squadra vince deve avere dei giovani da lanciare. Lui ha grandi doti tecniche e fisiche, quest’anno è maturato molto come fisico e mentalità, vuole essere protagonista e se continua a lavorare così ci riuscirà. Lui ha grandi qualità e deve soltanto trovare equilibrio e continuità”.

Ti stanno salutando e facendo gli auguri in diretta anche Renzo Rosso e Stefano Rosso. “Grandi! E’ il momento di tenere duro, noi siamo vicini a voi e voi a noi, li ringrazio ancora oggi di avermi portato a Vicenza. Le emozioni qui sono tante, spero di poter portare a termine la stagione nel miglior modo possibile e di aprire un ciclo”.

Cosa dici ai giocatori prima di entrare in partita? “Faccio una riunione prima di andare al campo e dico la formazione. Poi mentre siamo in spogliatoio i ragazzi sono da soli e metto qualche indicazione sulla lavagna con le freccette su come attaccare e difendere e poi prima di entrare in campo ci carichiamo a vicenda con due-tre parole e due urla grazie anche a Padella e Bizzotto e poi dentro a battagliare”.

Pensi di tornare al modulo con il trequartista? “Prima mi chiedevano di abbandonarlo per passare al 442 e ora dobbiamo rifarlo? (ride, ndr). A me piace il calcio propositivo, non voglio prendere gol ma allo stesso tempo ne voglio segnare tanti, giocando da squadra. Basta spostare un giocatore e diventa 4312, o il contrario, i principi sono più importanti del modulo. Dobbiamo giocare con la mentalità vincente e da squadra”.

Quali sono i leader in spogliatoio? “Ne abbiamo tanti dal capitano a Marotta, Padella, Arma che scherza sempre, Scoppa, Cinelli, Giacomelli, Rigoni, Cappelletti, Bruscagin, Vandeputte…tutti. Ma la cosa più importante è che tutte queste personalità si sono unite”.

Come si affronta una settimana con 3 partite? “Con questa rosa sono tranquillo perché anche cambiando giocatori il ritmo, la qualità e l’intensità rimane alta. Per questo abbiamo sempre fatto bene quest’anno”.

Cosa provi quando entri al Menti? “Emozione sempre. Quando esco dal tunnel per me è battaglia, l’occhio della tigre, vedere i miei tifosi, poter dar loro soddisfazioni, sapere che la squadra deve lottare 95 minuti. Quest’anno tante volte lo abbiamo fatto, la squadra non ha mai mollato anche nel periodo dei pareggi e lo abbiamo dimostrato poi vincendo a Cesena”.

Cosa ne pensi di Nalini? “Si è integrato, deve ancora dimostrare tutte le sue qualità perché è forte, ma oltre ad essere forte è un bravo ragazzo. Vogliamo solo giocatori che lottano per la maglia e quest’anno abbiamo solo giocatori così”.

Com’è Guerra? “E’ un attaccante veloce, rapido, di qualità e vede la porta. Ha avuto un momento di difficoltà perché un attaccante quando non segna si costruisce dei castelli in testa. Ma ha sempre dato 100 e lo vorrei sempre avere in squadra come giocatore”.

Un ultimo messaggio. “Vi saluto tutti, sempre forza Vicenza. Grazie alla proprietà, a voi tifosi, stateci sempre così vicini, non cambiate mai, mi piace vedervi sempre così attaccati, passionali ma con rispetto. Noi cercheremo di lottare ogni partita per vincere”.

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