E’ stato presentato nel pomeriggio il nuovo difensore centrale biancorosso, Sebastien De Maio.

“Torno qui dopo tanti anni ma ricordo bene quell’esperienza, ero un ragazzino. L’ambiente mi era piaciuto. Quando mi ha chiamato il direttore ho avuto dei dubbi, non posso negarlo, mi sono fatto delle domande, mi sono dato però delle risposte, valutando i pro e i contro. Tuttavia, nonostante la classifica, ho visto tante cose positive, ho cercato di capire se era possibile vincere questa sfida, arrivando alla salvezza ed ho capito che si può fare. Conoscevo questa società, ho avuto degli ex compagni che hanno giocato qui, la tifoseria è importante e poi mi riavvicino a casa, dopo tanti anni, avendo la mia famiglia a Brescia.

Finalmente si inizia e dobbiamo far vedere che la squadra c’è. Da quando sono arrivato ho visto grande impegno in tutti i ragazzi, sono tutti consapevoli della classifica, piano piano dovremo superare gli ostacoli ogni settimana. Devo ancora conoscere l’intera rosa, a causa del fatto che alcuni si sono aggregati dopo per il Covid, ma ho visto tutti molto positivi e non demoralizzati, c’è molta convinzione, impegno e la voglia di uscire da questa situazione.

Contratto? La durata del contratto è stata una mia richiesta, non volevo muovermi per sei mesi: se credo in questa sfida dev’essere a lungo termine e a prescindere dalla situazione.

Palle alte? Sono sicuramente uno dei miei punti di forza, è una delle mie migliori qualità il gioco aereo. Sono cresciuto molto in questi anni, sia a livello tecnico che tattico.

Cosa manca a questo gruppo? È difficile da dire, sicuramente tante piccole cose. Dobbiamo assolutamente tutti alzare il nostro livello, dobbiamo iniziare bene il girone di ritorno. Spero di dare una grossa mano con la mia esperienza: quando vivi certe situazioni, bisogna essere forti e liberi mentalmente. Ho visto i ragazzi in questi dieci giorni e non è la tecnica che manca. Se mentalmente sei forte e libero, puoi uscirne.
La serie B di oggi è molto diversa da quella di dieci anni fa che ho fatto io: si corre di più, il gioco è più tattico e fisico.

Che ricordi ho della tifoseria biancorossa? Tosta, giocare qui era dura.

Ho scelto la maglia numero 4 perché è un numero che mi piace e mi ha portato fortuna, inoltre è il numero dei miei figli.

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