Questo pomeriggio si è tenuta la conferenza stampa del Presidente, Stefano Rosso e del Direttore Generale, Paolo Bedin.

Paolo Bedin: “Vorremmo dividere la conferenza in quattro tematiche, due che tratto io, due che tratterà il presidente, io comincerò con un’analisi della stagione dal punto di vista sportivo e poi faremo un’analisi della stagione, delle altre aree. Poi il presidente vi informerà, come in parte abbiamo fatto con un comunicato stampa, degli esiti e delle decisioni degli organi sociali e parlerà anche un po’ della prospettiva in ottica futura.
Parto da una premessa, che è doverosa e che è quella che è l’esito della stagione, ovviamente, molto negativo dal punto di vista sportivo. Ci lascia un sentimento di delusione, un sentimento di rammarico e un sentimento di frustrazione. Un dolore, fisico e mentale, a quelli che amano il Vicenza e a maggior ragione a chi ci lavora al Lanerossi Vicenza. Le responsabilità sono da condividere evidentemente, sicuramente ci sono delle responsabilità della squadra, dei giocatori, degli allenatori, escluso ovviamente quello che ci ha raggiunto da poco, delle responsabilità dei direttori sportivi e soprattutto di chi ha la responsabilità di guidarla questa azienda, che è il direttore generale che vi sta parlando, che si assume dunque la responsabilità di una stagione evidentemente dal punto di vista sportivo, molto negativa. E ciascuno di quelli che ho nominato, sente il peso di questa responsabilità. Lo sento io in primis verso una proprietà che ha messo a disposizione della struttura tutti gli strumenti, soprattutto quest’anno, utili per il raggiungimento degli obiettivi e lo sente evidentemente nei confronti della città, del territorio e dei tifosi che anche quest’anno in maniera incredibile hanno dimostrato l’attaccamento verso i colori biancorossi. Questa è una premessa che può sembrare ovvia, ma che è bene fare, che faccio io che ho la responsabilità e il privilegio di guidare la società.
Facciamo un attimo un’analisi sportiva riannodando un po’ il filo. La stagione a giugno 2021 comincia dopo due campionati positivi, ovvero dopo una promozione in serie B ed una salvezza tranquilla con il consolidamento della categoria il primo anno, comincia nel segno della continuità, con un allenatore che c’ha portato lì e con il quale evidentemente c’è un legame che va oltre, visto che parliamo di Mimmo Di Carlo e di Vicenza, con un direttore sportivo e con un programma di mercato che si pone degli obiettivi che vengono raggiunti, perché la squadra viene costruita secondo gli obiettivi che vengono prefissati. E grazie a cosa? Grazie ad un budget che la proprietà ci mette a disposizione e grazie ad un mercato, se ricordate fatto anche abbastanza in anticipo, com’era nella volontà comune, che ci permette di raggiungere gli obiettivi. L’inizio del campionato lo conosciamo, le decisioni sofferte, umanamente e professionalmente di separarci da un allenatore e da un direttore sportivo che conoscete, l’arrivo quindi di un nuovo allenatore di nuovo direttore sportivo, la chiusura del girone di andata a sette punti, il peggior risultato, non solo in Italia, di un girone di andata.
Qui la società poteva fare due cose o abbandonarsi all’idea che la stagione ormai avesse preso una piega di un certo tipo, come fatto da altre società, o cercare di rimediare investendo. La proprietà ha messo a disposizione, come aveva fatto in estate, un budget aggiuntivo, un 30% ulteriore, come c’era stato un 30% ulteriore in agosto, se volete lo quantifichiamo in gennaio in oltre 2 milioni di euro così parliamo in numeri, per investire sul mercato. Viene fatta una campagna trasferimenti importante, parliamo di quasi 10 giocatori, con tutte le difficoltà del caso, che voi avete ben evidenziato nelle vostre cronache e cioè, purtroppo, la gran parte dei giocatori che ci dicono di no, perché venire a Vicenza con sette punti da ultimo in classifica, è la condizione che fa dire di no. Nonostante questo arrivano profili importanti e si costruisce una squadra per cercare di raggiungere l’obiettivo della salvezza. Nel girone di ritorno la squadra fa 27 punti, che vuol dire 10º posto in classifica nel girone di ritorno, recupera 12 punti sulla quint’ultima, ne prende 10 alla quart’ultima e poi con un cambio ulteriore di allenatore che si materializza e si concretizza per una coincidenza quasi straordinaria, raggiunge i playout. L’obiettivo dei playout a dicembre, era un miraggio quasi irraggiungibile. Poi i play out vanno come sappiamo. Questo per dire che sicuramente abbiamo una stagione molto negativa, ma va fatta una differenziazione, perché se abbiamo sei mesi da buttar via, gli altri sei non sono da buttare e sono da valutare in maniera oggettiva. Non cambia l’esito, e non cambia la delusione. Leggo spesso in questi giorni, che il progetto parte da zero, capisco anche la frase, però è una frase ingiusta e superficiale, perché a zero, nel 2018, c’era una società all’asta, c’era uno stadio che cadeva a pezzi, un settore giovanile che si era disperso, perché non c’era più una società, dal punto di vista organizzativo la società non parte da zero, oggi dentro a quegli uffici ci sono 25 persone che sono ricche di competenze e ricoprono aree aziendali che non erano coperte quattro anni fa, è una società che oggi potrebbe sostenere categorie ben superiori dal punto di vista gestionale, dal punto di vista amministrativo-finanziario. Dal punto di vista commerciale non parte da zero, ci sono 200 aziende vicentine partner e sponsor della società. Dal punto di vista del settore giovanile, questa non è una società che parte da zero, abbiamo 16 squadre, abbiamo 20 ragazzi nel giro delle nazionali, italiane e straniere; abbiamo un Under 16 che sta facendo la Final Four, abbiamo 57 società gemelle, abbiamo riacquisito un rapporto, quasi, monopolistico del territorio vicentino e sono relazioni costruttive, nelle quali c’è fiducia, ci sono contratti, c’è supporto tecnico e quindi questo è un valore, e quindi non si parte da zero, si parte da molto di più. Dal punto di vista infrastrutturale, questa società ha investito più di 1 milione di euro in questo stadio, ha un centro sportivo all’avanguardia, grazie a Renzo Rosso e ha anche un accordo con il Comune di Thiene per un altro Centro sportivo. Non si parte quindi da zero, come non si parte da zero su alcuni progetti speciali che abbiamo portato avanti. E questo in qualche maniera lo rivendico, perché lo so che è difficile perché c’è un core business dell’azienda che è la parte sportiva e poi il resto viene dopo, ma è doveroso valorizzare quello che c’è oltre la parte sportiva. Nel 2022, quando apriamo il giornale ogni giorno, troviamo notizie di fallimenti, di mancati iscrizioni, di default, di proprietà che scappano, di proprietà straniere che arrivano, questa parte non è secondaria nel bilancio e deve pesare tanto quanto la parte sportiva, perché la parte sportiva, ogni anno può mutare. Si vince, si perde, si retrocede, si ritorna dove bisogna essere, mentre la parte gestionale, la parte organizzativa, la parte di settore giovanile, la parte infrastrutturale, quella resta, quella dà la continuità aziendale, quella permette ad una città, ad un territorio, di poter dire che il Vicenza c’è e ci sarà. Tra l’altro in un recente passato questa frase non si poteva tanto sostenere. Quindi ci conosciamo da anni con tutti voi, anche forse da più di vent’anni con qualcuno e vi esorto a dare importanza, su quello che c’è dietro a un risultato di una stagione o di una partita, perché è quello che garantisce la continuità di una società di calcio, soprattutto negli anni recenti. E’ un momento di dolore, come ho detto, ma rimangono delle certezze, la certezza della proprietà, della famiglia Rosso, forse l’imprenditore più noto del nostro territorio e di altri 18 imprenditori che sono l’eccellenza economica di questo territorio, che stanno dimostrando non solo unicità, perché non c’è da nessun altra parte d’Italia, dove vi sono sempre più nomi stranieri e sempre meno nomi italiani come imprenditori ma hanno dimostrato anche coesione e unità, in queste settimane, quelle forse più difficili e questa è una certezza. Sono fallite oltre 170 società di calcio negli ultimi vent’anni, 10 di queste sono fallite due volte, dentro questo gruppo c’è anche il Vicenza, come sapete. Ci sono società di cui si parla in queste settimane, che non si sa se si scrivono, quindi noi partiamo da una certezza assoluta, che dev’essere valorizzata, le altre certezze sono la società organizzata, sono la tifoseria passionale, sono una città e delle istituzioni con cui abbiamo collaborazioni intense e costruttive. Quindi è un momento difficile, ma ci sono tutti i presupposti per ripartire e ripartire con gli stessi obiettivi per cui siamo partiti nel 2018.

Oltre due milioni di euro a gennaio? Confermo, nel mercato estivo vi era stato un 30% aggiuntivo rispetto alla stagione precedente e a gennaio un ulteriore 30%.
Piano quinquennale? Il programma confermo che nel 2018 era quinquennale. Sottolineo, da ex Direttore di Lega, che non ricordo una società che avesse un piano a medio-lungo termine così. Questa è una peculiarità che riguarda Vicenza e pochissimi altri imprenditori. Eppure erano previsti 2 anni di C e 2 anni sono stati, 3 anni di B erano e arriviamo al secondo anno con uno stop&go. Questa è una società abituata ad avere programmazione perché ci sono imprenditori che lo fanno in azienda. Perciò è assurdo che si lavori 12 mesi data, perché ne ho avuto la controprova di lavoro.

Convezione stadio? È un tema che si doveva affrontare in termini pluriennali. Ovviamente la prospettiva futura subisce tre elementi di variabilità: il primo sono stati i due anni di pandemia, il secondo è stato il risultato sportivo e il terzo è lo studio di fattibilità sullo stadio che come sapete è stato completato. L’impegno è quello di aprire un tavolo tecnico in Comune nei prossimi mesi per una convenzione pluriennale. Detto questo ci tengo a sottolineare che la società ha investito 1 milione e 200 mila euro in quattro anni nello stadio per la straordinaria e l’ordinaria manutenzione. Oltre 250.000€ in questa stagione, tutti comprovabili. Il Comune è a conoscenza di tutti i lavori fatti in un manufatto che denota tutti gli anni che ha e che necessita di interventi quasi settimanali, perché le licenze oggi non lasciano spazio a deroghe. C’è un rapporto proficuo, una società che continua a investire e c’è una proroga con l’impegno di farla diventare pluriennale.

Nucleo solido? La visione è quella di avere due caratteristiche: una forte valenza identitaria, quindi di proprietà, con persone animate da un elemento identitario come anima, cuore, attaccamento alla maglia, anche territorialità e poi gli investimenti sui giovani talenti visto il progetto di scouting e settore giovanile, che non avranno un euro in meno rispetto a quanto è stato pianificato e quindi sarà indipendentemente dalla categoria. Quindi identità assieme a giovani di talento da fare crescere e valorizzare”.

Stefano Rosso: “Avremmo tutti preferito essere qui a discutere di una salvezza quasi miracolosa. L’ultimo mese poteva portarci a compiere un miracolo sportivo, senza precedenti ed è un peccato che questo venga dimenticato troppo in fretta ed è giusto denotare quel poco di positivo che c’è stato in questa stagione. Dobbiamo essere oggettivi e commentare la retrocessione che è figlia soprattutto dei risultati della prima parte della stagione. Dobbiamo leccarci le ferite, rialzarci e ripartire. Siamo un gruppo di soci molto solido che non ha paura di affrontare momenti difficili e, anzi, in questa fase della nostra storia insieme, che poteva far traballare qualcuno, il nostro legame si è rafforzato ancora di più. Ci siamo già visti due volte dalla fine del campionato ed è stato bello trovare un gruppo di persone che invece di tirarsi indietro, credono ancora di più nel progetto. Sedersi sul carro dei vincitori è sempre facile, ma per stare su quello dei perdenti occorre essere molto coraggiosi. E questi imprenditori sono forti e coraggiosi e ci daranno una mano per tornare dove tutti vogliamo. Quindi il mio primo ringraziamento va a loro.
Abbiamo deciso di proseguire nel progetto manageriale e tecnico, confermando il direttore Bedin, il direttore Balzaretti e Vallone ed infine mister Baldini. Non possiamo essere miopi, in una situazione di estrema difficoltà, il direttore è riuscito a fare mercato portandoci a un soffio dalla salvezza. Costruire un progetto da zero è più facile, rispetto a sistemare in corsa. Dobbiamo riscattarci, c’è voglia di riscatto da parte di tutti e siamo tutti carichi. Non vogliamo abbassare la testa, in questi momenti bisogna rilanciarsi e compattarsi ulteriormente per uscire più forti. Vogliamo ricompattare l’ambiente con tutte le componenti, per fare qualcosa d’importante, occorre l’unione. Vogliamo migliorare una situazione che si è complicata nelle ultime settimane e nemmeno il Covid in precedenza ci ha aiutato perché non abbiamo potuto condividere le gioie, penso alla promozione o ai dolori, come la scomparsa di Paolo, dove tutti avremmo voluto compattarci e stare uniti. Noi siamo pronti, non vediamo l’ora di ripartire per toglierci le soddisfazioni che quest’anno non abbiamo avuto. Siamo qui a metterci la faccia, la testa e il cuore.

Come ripartire? Parliamo solo della categoria nella quale siamo, ovvero la Serie C. L’obiettivo è quello di essere protagonisti per cercare di risalire subito, se ce la faremo, lo vedremo poi a fine anno. Abbiamo l’obiettivo e l’obbligo di riprovarci subito, il calcio però è particolare, ci sono squadre anche vicine di casa che sono anni che ci provano e non sono riuscite a raggiungere l’obiettivo, ma cercheremo di costruire una rosa e un programma per far sì di centrarlo il prima possibile.

Investimenti controllati? La logica è la medesima, non siamo il Monza, anzi ne approfitto per far loro le congratulazioni per la storica promozione. Abbiamo un modus operandi diverso, ma faremo degli investimenti molto più che adeguati per centrare l’obiettivo, siamo consapevoli dei budget delle squadre top della Serie C e saremo allineati a questi. Budget dello scorso anno non adeguato alla salvezza? Se però sommiamo gli investimenti fatti a gennaio, non siamo più nelle ultime posizioni per investimenti, abbiamo fatto un balzo abbastanza importante. Nella seconda parte della stagione abbiamo avuto un rendimento che avremo dovuto avere anche nella prima parte della stagione. Occorre spendere bene, magari anche a gennaio non abbiamo azzeccato tutti gli investimenti, ma comunque la squadra ha cambiato passo con gli innesti.

Serie B? Siamo in Serie C e non possiamo parlare di altre ipotesi finché non si materializzano, dobbiamo essere concreti e cinici. Se poi ci dovesse essere una riammissione, faremo ovviamente una valutazione diverse sul budget. Anche perché se dobbiamo tornare in Serie B, per poi retrocedere nuovamente, io mi uccido (ride, ndr).

Cosa non rifarei? A fine agosto molti articoli valutavano la campagna positivamente, dicendo che avevamo costruito una rosa adeguata. Tuttavia è stato un errore, non abbiamo lavorato bene sulla composizione della rosa e certe scelte le avremmo potute fare diversamente, cambiando alcune cose. Cambiare Di Carlo in estate? Non c’è la controprova, magari se avessimo cambiato a luglio, saremmo andati male comunque con la rosa che avevamo. Non è mai facile, col senno di poi, avrei cambiato tante cose. Poi è arrivato Brocchi che inizialmente non ha raccolto punti e poi ha fatto bene da gennaio in poi. E’ evidente che qualcosa nella costruzione della squadra non è andato bene, i giocatori che avevamo scelto per rafforzarci non sono riusciti ad incidere. Non si è creato il gruppo forte che sopperisce ad altre mancanze. Tutte sommate hanno portato a una situazione difficile. Ma tante cose erano difficili da valutare nella scorsa estate: l’allenatore veniva da un buon percorso, la squadra che si era salvata tranquillamente e avevamo aumentato il budget del 30%, comprando a fine giugno per arrivare pronti in ritiro. I passaggi magari erano corretti, le scelte evidentemente no. E’ successo un po’ di tutto quest’anno.

Brocchi? Voglio ringraziarlo perché ha creato un nucleo di punti sui quali poi abbiamo costruito l’ultimo mese e non va dimenticato. Ha dato un po’ di certezze tecniche alla squadra che magari avevano perso nella prima fase del campionato. Mi sento quindi di ringraziarlo per il lavoro fatto, ma non era facile per nessuno. Paradossalmente è stato più semplice per Baldini perché non aveva nulla da perdere, è arrivato e ha magari rotto equilibri perché non c’era più nulla da preservare. E’ difficile da analizzare, all’epoca Brocchi ci sembrava la scelta migliore per dare delle garanzie tecniche alla squadra.
Ricucire i rapporti con la tifoseria? Mi sono visto due volte con la Curva quest’anno, ci siamo guardati negli occhi e ci hanno supportato fino alla fine. Poi ci sono stati altri episodi che dovremo sistemare ed è giusto che ci sia un confronto tra le parti, mio padre voleva chiarirsi ed incontrarsi immediatamente, ma evidentemente i tempi non erano maturi e si è scelto insieme di vedersi a fine stagione e ci sarà questo incontro.

Se abbiamo già parlato di scelte tecniche con Baldini? Il dialogo è costante e continuo, non c’è stato un incontro vero e proprio nel quale abbiamo stilato una lista dei giocatori o di come vogliamo che la squadra sia organizzata la prossima stagione. Non si è ancora conclusa la stagione perché il mister sta allenando tutti i nostri rientri e tutti i giovani perché vuole vagliarli. Quindi è un lavoro progressivo con un’ottica non più legata a questa stagione ma con un’ottica futura.
Sorpreso dei tanti tifosi per Vicenza-Cosenza? Questa è Vicenza e la sua storia viene prima di noi. Più che altro sono sorpreso positivamente perché nonostante tutte le difficoltà di quest’anno, hanno risposto in maniera forte e con entusiasmo. Questo mi ha sorpreso e per me è stata una delle note più belle. Come lo è stato il viaggio con loro per andare a Cosenza in charter. Dopo tutto quello che abbiamo passato vedere che ci credevano, che erano lì con noi, che mi davano una pacca sulla spalla, che mi dicevano “dai che ce la facciamo” e che avevano la forza di spingerci ad andare avanti, è la cosa che più mi ha fatto piacere e che ci ha fatto pensare di andare avanti senza avere il minimo di dubbio, una delle poche luci, in un anno che, purtroppo, ha avuto più ombre.

Investimenti confermati per il settore giovanile? Da parte nostra non si discute, è stato sempre uno degli elementi portanti del nostro far calcio e quindi non è in discussione. Se abbiamo investito in un’area scouting e tecnica di un certo spessore è proprio per questo. Anzi, speriamo di risolvere questo problema della categoria per dare continuità più a loro che a noi magari, per non perdere campionati giovanili. Perché noi sul campo magari non la meritiamo la categoria, ma i ragazzi che abbiamo nel settore giovanile se la meriterebbero.
Zoccolo duro mancante? Il direttore ed io non siamo stati contenti di lavorare come abbiamo lavorato a gennaio perché i tasselli sulla programmazione sono un’attività che non abbiamo fatto. L’entrata di Vallone a luglio è stata fatta per arrivare a gennaio ed iniziare a inserire qualche tassello. La posizione di classifica ci ha fatto mettere una X su un’attività che era da programma. Infatti era stato dato un budget sull’acquisizione dei cartellini dei giocatori che non siamo riusciti ad investire. Quindi paradossalmente abbiamo avuto un saving sul lato investimenti perché purtroppo c’era da fare una campagna acquisti con un obiettivo diverso. Era complesso cercare talenti giovani per una salvezza che era da “vecchi scafati”. Questa è stata un’attività mancante ma anche nella campagna di gennaio, la programmazione aveva un fine diverso.

Un marchio come Diesel che dovrebbe far sognare? Spero che faccia sognare, però dall’altro lato credo nei passi progressivi. Alcune società magari vanno in Serie A, poi scendono e crolla tutto. Onestamente anche questa retrocessione per noi è un problema. Parlando col Presidente del Parma mi diceva “tutto bello il calcio in Italia ma avete un problema che è la retrocessione” perché sulla pianificazione di un’azienda scombussola tutto. Quindi il marchio che dovrebbe far sognare, è garanzia di continuità e di impegno, ma non necessariamente garantisce le spese folli perché nel calcio non sono più sostenibili. I soldi vanno investiti nella quantità corretta e bene. Quest’anno non siamo retrocessi perché sono mancati gli investimenti, ma perché sono non si è investito nella maniera corretta. Ieri sul giornale hanno riportato che abbiamo avuto perdite per 14 milioni, vuol dire soldi ulteriori che tiri fuori dal portafoglio per ripianare quello che non si è riusciti a coprire con gli investimenti. È una cifra importante, quest’anno sarà a mio avviso superiore, l’anno prossimo vedremo come andrà.

Un voto alla esperienza nel calcio ventennale? Se devo dare un voto nel calcio alla nostra esperienza è 7, perché ti dà delle soddisfazioni che a volte ti fanno volare e ti porta però a volte anche delle esperienze negative, delle delusioni che ti fanno pensare. Però è un mondo impagabile. Vedere che puoi ancora salvarti all’ultimo secondo dell’ultima giornata, vai vincere ad Alessandria, vai a giocare un playout insperato, voli con i tifosi, sono emozioni che nessun altro settore ti può dare.

Nelle scelte quanto incide la popolarità del personaggio? In genere non ci facciamo prendere dai grandi nomi. Non abbiamo bisogno di visibilità riflessa su un ex giocatore o qualcuno che è in televisione. Tendiamo a valutare le competenze per quello che dobbiamo fare. Balzaretti, nello specifico, è una persona che a livello umano conoscevamo già e che ha tutti i valori allineati alla nostra società ed è molto competente. Forse ha poca esperienza sul campo e questo è un rischio che abbiamo messo sul tavolo, però ha passione, cuore, testa, competenza tecnica, titoli di studio per poter fare molto bene. Spero stia a Vicenza il più a lungo possibile ma penso che, se un giorno dovesse andare via da qua, farà un’ottima carriera”.

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