Davide Agazzi è stato presentato questa mattina in video conferenza alla stampa.

“Subito in campo? Sono arrivato e dopo tre allenamenti il mister mi ha fatto subito giocare. Mi aveva avvisato che poteva esserci la possibilità di entrare in base alle necessità degli altri ragazzi o di chi doveva riposare, non pensavo avrei giocato così tanti minuti, ma c’è stato anche il piccolo problema accusato da Loris in partita. Non credevo andasse così bene a livello fisico perché erano comunque diverse settimane che non giocavo, ho fatto quasi un tempo ed è andata bene. A Reggio? Non lo so, deciderà il mister. E’ normale che con tre partite in una settimana ci possano essere dei cambi, per il tanto dispendio di energie. Io mi sto allenando dando il massimo e sono a disposizione.

La situazione a Livorno? Quest’anno Spinelli ha deciso di vendere la società a dei gruppi di investitori che avevano tutti quote diverse ed era difficile capire chi fosse l’interlocutore con cui parlare della proprietà. Ho avuto l’opportunità di liberarmi attraverso la messa in mora e visto che andavo in scadenza a giugno 2021, ho preferito così per poter scegliere come proseguire in maniera autonoma la mia carriera da svincolato sul mercato. Con il Vicenza c’erano già stati dei contatti a settembre, ma con la situazione che c’era a Livorno non siamo riusciti a concretizzarla e abbiamo subito intavolato questa operazione in questa finestra di mercato.

Il contratto di sei mesi? Abbiamo deciso questa formula con un contratto di sei mesi fino a giugno, ma l’obiettivo è quello di giocarmi tutte le mie carte e mettermi in mostra il più possibile per poi discutere il prolungamento con la società qualora lo volesse e io sarò felice di dare la precedenza al Vicenza per sottoscrivere un nuovo accordo.

La mia posizione in campo? Nel centrocampo a tre forse preferisco giocare come mezzala, anche se in carriera ho disputato diverse gare nel ruolo davanti alla difesa. Ho giocato anche nel centrocampo a due e mi sono trovato bene, perché è comunque un ruolo simile.

L’ultima gara a Vicenza con il Savona? Quella era la penultima, in quanto l’ultima disputata qui è stata con il Foggia in Coppa Italia ad agosto 2017.
Lì c’era il pubblico e ora il Menti è deserto, com’è l’impatto emotivo? La sensazione più strana la vivi quando entri in campo e non sentire il pubblico tifare rende tutto diverso. Poi durante la gara cerco sempre di estraniarmi, ma per il calcio in generale non fa bene non avere il pubblico. Poi rispetto a quella gara la differenza è veramente tanta, c’era il quasi tutto esaurito, con un pubblico come quello di Vicenza che è molto caldo, è tutta un’altra cosa.

Cosa mi aspetto da questa esperienza al Vicenza? Mi sono unito a questa squadra con l’obiettivo di dare una mano a mantenere la categoria, è un obiettivo sicuramente alla portata e la squadra sta andando bene. Come ogni giocatore voglio giocare più partite possibili, anche se non lo decidiamo noi, perché se ci sono compagni che stanno meglio è giusto che giochino loro. Voglio mettermi in mostra con questa società e aiutare il Vicenza a raggiungere l’obiettivo.

Conoscevo già qualcuno? Come è stato l’impatto? Conoscevo già Gori perché è stato con me 6 mesi a Livorno. È un ottimo gruppo, tutti bravi ragazzi, appena arrivato mi hanno fatto sentire parte della squadra. Questo ti aiuta anche alla prima partita per sentirti più tranquillo quando entri, avendo la fiducia dei compagni.

Le prime sensazioni nello scendere in campo? Non giocavo da un mese, è stato bello essere tornato in campo con nuovi obiettivi e stimoli, in un campionato e una società importante. Ero contentissimo dopo la partita, non c’erano altre sensazioni.

Differenze tra B e C? In B le squadre sono molto più organizzate, c’è anche una differenza a livello tecnico. In C se perdi 10 palloni prendi 1 gol, in B rischi di prenderne 4-5, c’è più qualità con squadre e giocatori che arrivano dalla Serie A.

Cerco il gol? In base a come mi trovo nella situazione, se vedo che c’è un’opportunità concreta, vado al tiro, se vedo che c’è un compagno più avvantaggiato, cerco il compagno. Poi non sempre si fanno le scelte giuste. Non sono uno che fa tanti gol, l’anno scorso ne ho fatti 3, gli altri anni 1-2 gol a campionato. Poi non si sa mai, magari si migliora sotto questo aspetto.

Come è stato il primo impatto con questo allenatore? È un allenatore di categoria, ha sempre fatto categorie importanti come allenatore, sa il fatto suo. Giustamente mi richiamava per mantenere la posizione giusta e per uscire a pressare i giocatori del Chievo che erano bravi, dando loro meno tempo per pensare e essere pericolosi. Quando sono arrivato il mister mi ha parlato, sto capendo cosa vuole e cercherò di mettere in atto quello che mi chiede.

Può essere uno stimolo che Di Carlo da giocatore sia stato un centrocampista e conosca bene il tuo ruolo? Un allenatore che ha fatto un ruolo magari cura maggiormente i compiti di quel ruolo, però comunque alla fine deve curare tutto, quindi bene o male vale la stessa cosa per tutti i ruoli.

Per anni a Livorno hai avuto il 34, come mai il 45? I numeri che ho usato in carriera erano tutti occupati. Ho scelto il 45 perché sono molto appassionato di NBA, il 45 era il numero che Michael Jordan aveva preso dopo il suo ritorno in NBA, perciò ho scelto così.

Io il Michael Jordan del Vicenza? (risate, ndr). È impossibile, penso che lui sia stato lo sportivo per eccellenza della storia. Appassionato di basket? Sì, mi piace molto, seguo soprattutto l’NBA come sport, ci gioco anche alla Playstation. Mi piace anche fare qualche partitina al campetto con gli amici d’estate. Mi piace tutto del basket come sport, oltre al calcio. Mi sarebbe piaciuto molto giocare ma non credo che sarei riuscito ad andare molto lontano vista la mia statura”.

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