E’ stata una serata speciale quella trascorsa in Casa Vicenza in compagnia dell’ex portiere biancorosso Adriano Bardin insieme ai portieri di tutto il nostro settore giovanile, di alcune Società Gemelle, del Vicenza Calcio Femminile e di un folto gruppo di preparatori dei portieri.
Dopo l’introduzione alla serata da parte del responsabile del settore giovanile biancorosso Michele Nicolin, ha moderato la serata il giornalista e scrittore vicentino Stefano Ferrio, in un viaggio di ricordi cui mister Bardin ha fatto riferimento, prima ripercorrendo il suo percorso di ex giocatore di serie A con la maglia del Lane e diverse altre squadre, poi portando la sua esperienza di preparatore dei portieri con importantissimi club italiani ed europei, nonché con la Nazionale azzurra.

Bellissimo il confronto attivo per gli oltre 70 partecipanti alla serata, con i giovani portieri intenti a lungo a carpire da mister Bardin dettagli sul ruolo e aneddoti sui numerosi portieri allenati negli anni, su tutti Gianluigi Buffon. Ci sono stati i consigli su come parare i rigori, sulle chiusure a croce e la differenza nelle uscite basse, con Bardin che ha parlato di come gli piacessero le uscite coraggiose e il giocare d’anticipo sull’avversario. “A tutti i portieri che ho allenato, dicevo che io mi sentivo sempre un portiere, uno di loro. Ho allenato tanti portieri ma poter allenare Buffon e Toldo, è stato un onore. Toldo mi voleva sempre dietro la porta perché diceva che così lo aiutavo”.

Tante le curiosità della platea tra cui le diverse caratteristiche dei portieri di oggi rispetto ad un tempo: “Adesso un portiere deve essere completo, contano tanto i piedi, una volta la prima cosa che si guardava era la presa. Parare e calciare sono due cose diverse, l’apertura delle gambe è importante e i piedi devono essere sempre paralleli. E’ come per i pugili, se non sei messo bene con i piedi, prendi un pugno e cadi, così per il portiere, se sei messo bene con i piedi, riesci a parare”.

Adriano Bardin, distintosi nel tempo quale esempio concreto di valori importanti, ha presentato nell’occasione il suo libro “Ricordi Biancorossi”, con l’intento di condividere, oltre che una esperienza sportiva, una iniziativa sociale con l’associazione onlus Myn Charity Foundation.

“Ho cominciato a fare il portiere perché era una questione d’istinto. Quando sono entrato la prima volta in campo al Menti mi sono emozionato e mi tremavano le gambe, questa sera invece mi sono emozionato e mi tremano le corde vocali”.

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