Questo pomeriggio è stato presentato Michele Cavion, tornato a vestire i colori biancorossi.
“E’ stata una trattativa un po’ lunga, più che altro perché io ero di proprietà della Salernitana, quindi ovviamente sapevo di dover partire con loro in ritiro e comunque ho voluto farmi anche valutare prima di prendere qualsiasi decisione sul mio futuro. Loro all’inizio mi avevano detto che c’era la possibilità di rimanere come alternativa a centrocampo, dato che comunque avevo fatto un ottimo ritiro. Poi quando quest’opportunità effettivamente è svanita, ho fatto le mie valutazioni ed ho deciso di tornare a casa.
Cos’è il Vicenza? Ovviamente è tutto per me, sportivamente parlando, sono nato con questi colori, ho iniziato qui da piccolino, ho fatto tutta la trafila, ora posso tornare ufficialmente ad essere di proprietà del Vicenza e rappresentare questi colori al meglio delle mie possibilità.
Il mister? Lo ringrazio per le belle parole, ovviamente nutro molta stima nei suoi confronti, altrimenti se non mi fossi trovato bene negli scorsi mesi, non sarei sicuramente tornato. Ovvio che per me sportivamente, guardando solo la categoria, questo è un passo indietro. Dopo aver fatto sei anni in serie B e aver comunque accumulato 30-35 partite ogni anno, questo è un passo indietro come categoria e ovviamente lo è anche per il Vicenza, dato che abbiamo perso e c’ero anch’io, la categoria sul campo. C’è la volontà di tutti di riportare il Vicenza, innanzitutto in B che è una categoria migliore della C, e poi il sogno è di poter un giorno raggiungere la serie A con questa maglia.
I tifosi che mi hanno sommerso di messaggi? Li ringrazio, anche questo mi ha spinto a tornare perché ho visto molto affetto e ovviamente non era una cosa semplice perché bisognava mettere d’accordo le società, gli agenti, me, insomma un po’ tutto e non era una cosa semplice, perché comunque avevo ancora tre anni di contratto a Salerno. Poi alla fine fortunatamente è andata bene e devo ringraziare innanzitutto il Patron e il Presidente, che comunque hanno fatto uno sforzo economico importante, e dopodiché i direttori che mi hanno comunque sempre chiamato, sono stato in contatto con loro quasi tutti i giorni e ovviamente il mister e il suo staff con cui ho lavorato benissimo.
Fisicamente? Io fino ad una settimana fa mi sono sempre allenato con la squadra, dopodiché quando hanno preso la loro decisione, mi sono allenato parte, ma comunque mi sono sempre allenato.
Rimini? E’ sempre calcio d’agosto questo, non si può mai fare paragoni, perché ovviamente, poi quando inizia il campionato cambia tutto. Ovvio che quella gara rispecchia ciò che troveremo, ciò che ci aspetta in campionato. Saranno molte le squadre che verranno qui e a metterci i bastoni fra le ruote, perdendo anche tempo o cercando di innervosirci e noi non dobbiamo cadere nelle provocazioni e ovviamente dobbiamo mettere qualcosina in più, perché è una categoria molto difficile e ci sono passato per quattro anni agli inizi della mia carriera e non è semplice vincere. Perciò non bisogna sottovalutare nulla e comunque dare il massimo perché rappresentiamo una maglia, sicuramente la più importante della categoria.
Stimoli? Gli stimoli sono sempre altissimi, altrimenti diciamo, per come la vedo io, uno non dovrebbe fare questo mestiere. Non sono sicuramente venuto qui per passare il tempo, oppure per concludere, in futuro la carriera qui a casa, questo non è certo il mio obiettivo. Sono sceso di categoria perché, comunque ho visto che tutti mi volevano bene qui e che posso star bene, ma voglio ritornare subito in serie B. Sinceramente e, con tutto il rispetto, questa categoria non è che mi piaccia molto e penso anche tutta la piazza, perciò vediamo di tornare subito su.
Serie C vinta in passato? L’ho vinta con la Cremonese e non è stato semplice, perciò non dobbiamo aspettarci questo, dobbiamo dare il massimo e poi vedremo strada facendo, dobbiamo partire sicuramente con l’idea di vincere.
Modulo e ruolo? In carriera ho sempre dimostrato duttilità, perciò giocherò dove vorrà il mister. Però, aldilà dei moduli, conta come si affronta il tutto, perché possiamo giocare con qualsiasi modulo, ma se non ci mettiamo la voglia di vincere e la testa giusta, non si ottiene alcun risultato.
Numero di maglia? Il mio era occupato e quindi ho aggiunto un 7 sperando di andare ancora più forte (ride, ndr).
Cosa serve per vincere? Non c’è una ricetta. Le componenti fondamentali sono il gruppo, la continuità di risultati, perdere poco perché poi conta il risultato finale perciò bisogna vincere.
Rivali? Ci sono squadre molto attrezzate come la Triestina, il Padova, Pordenone e la Feralpisalò, poi c’è sempre l’outsider che nessuno si aspetta. Le griglie iniziali contano poco, poi bisogna dimostrare sul campo.
Cosa mi ha detto il mister? Era contento, come lo sono io. Sperava di avermi subito a disposizione in ritiro ma ci sono della dinamiche difficili da controllare. Ora comunque sono qua e so già cosa lui mi chiede.
Compagni della scorsa stagione? Sicuramente ci deve essere la volontà di riscattare l’anno scorso, però bisogna tirare una linea sopra e ripartire guardando il futuro con grande ottimismo.
Dire qualcosa ai tifosi? Mi sento uno come loro perciò cercherò di rappresentare sul campo quello che loro fanno sugli spalti. Abbiamo tutti un amore in comune e tutti abbiamo la volontà di portare in altro questi colori. Poi ci saranno giorni in cui magari potrò giocare meno bene, ma non mi mancherà mai l’impegno e il dare il duecento per cento di quello che ho”.