Le parole di Mister Dan Thomassen, in avvicinamento ai playoff di Serie C.

“Mancano esattamente 12 giorni e stiamo lavorando. Lo slittamento di 10 giorni, nel nostro caso specifico ho portato un vantaggio. Non voglio far passare che sia positivo lo slittamento di per sé, però nel nostro caso specifico ci ha permesso di lavorare con chi non stava bene e di avere più tempo per far rientrare chi era fuori per infortunio. Sotto questi due punti di vista le cose stanno andando bene, perché abbiamo lavorato, non vorrete dire tanto, ma abbastanza, perché non è comunque un periodo che permette di rifare una preparazione completa, non ce n’è nemmeno il bisogno. Abbiamo lavorato semplicemente di più, perché non avendo la gara, abbiamo potuto alzare i volumi e anche l’intensità, inoltre stiamo recuperando dei giocatori che erano fuori da tempo e gran parte sono ormai reintegrati a pieno regime, parlo di Ierardi, parlo di Valletti, Dalmonte che addirittura era rientrato poco dopo Piacenza. Con Cavion e Bellich manca qualche giorno, ma è probabile che già da lunedì Michele, almeno in parte, starà col gruppo, Marco forse ha bisogno di qualche giorno in più.

Mancando 12 giorni conto di avere tutti questi disponibili per la prima partita dei play-off, è chiaro che ognuno avrà un numero diverso di allenamenti nelle gambe. I più avanti sono Valietti e Ierardi assolutamente perché sono stati i primi a rientrare, escludendo Dalmonte che aveva avuto un problema di lieve entità, gli altri due sono più avanti perché sono stati i primi a rientrare in gruppo.

Manca l’agonismo della gara? Con lo staff abbiamo pensato di ricreare l’agonismo all’interno delle sedute attraverso delle gare, attraverso delle sfide tra di noi. E’ vero la partita manca, quindi l’agonismo puro ce lo dà solo la partita, però dobbiamo provare a ricrearla il più possibile nelle sedute di allenamento e penso che ci siamo riusciti, perché, abbiamo creato una sfida interna e ciò ha aiutato sicuramente ad alzare l’agonismo. Detto questo, devo dire che ho dei ragazzi che attraverso le sedute, stanno dimostrando grande voglia di giocare.

Ritiro? È stato accantonato, perché con lo slittamento abbiamo avuto una pausa ancora più lunga e quindi l’esigenza del ritiro veniva un po’ meno. Ci alleniamo in una bellissima struttura e abbiamo tutto a disposizione, quindi abbiamo optato per stare lì, l’esigenza è venuta a mancare, tutto qua.

Attuali indisponibili? Abbiamo Begić e Sandon che sono momentaneamente a parte, Begić ha preso una botta con il Piacenza, è una cosa che viene valutata tutti i giorni, è molto vicino al rientro anche lui, e Sandon ha qualche problema al pube, ma è più un’infiammazione, non c’è nulla di grave, sono ragazzi che si sono comunque allenati, rimane fuori solo Cataldi.

Più tempo per lavorare con la squadra? Diciamo che questa interruzione, ci ha permesso di avere un po’ più di tempo per dedicarci al campo di allenamento, da quando sono arrivato ci sono state tante partite, una dietro l’altra, e abbiamo avuto poche volte il tempo di programmare una settimana e di insistere un po’ di più su qualche aspetto tecnico-tattico. Abbiamo potuto anche respirare un attimo, c’è anche bisogno di staccare un po’ delle partite di concentrarci proprio sull’allenamento, questo è stato molto utile e quindi ho avuto modo di focalizzare l’attenzione su qualche aspetto tattico e anche dal punto di vista fisico abbiamo comunque rigenerato qualcuno e messo sia forza che anche minuti nelle gambe.

Quanto c’è ora di Dan Thomassen nel Vicenza? Non sta a me dirlo, sempre di più mi viene da dire, il tempo è un nemico del mondo del calcio, più tempo abbiamo a disposizione noi allenatori, più riusciamo ad incidere. Questi 10-11 giorni in più sono serviti, quanto c’è di Dan non è la priorità, perché i protagonisti qui saranno e sono i ragazzi, sono loro che si devono esprimere in campo e io sono qui per aiutarli e facilitarli nell’esprimersi e questa rimane la priorità per me. Poi questo è quello che mette Dan Thomassen in questo momento, non tanto un qualcosa di diverso, ma è proprio permettere a noi e a loro di esprimersi al massimo.

Ti sei fatto un’idea di cosa sia successo alla squadra in questa stagione? No, ma non perché non mi voglio fare un’idea di quello che c’è stato, non riesco a farlo, ma non ci serve in questo momento. Il campionato è terminato, si sta aprendo qualcosa di completamente diverso, ci sono quattro blocchi da due partite, i ragazzi si sono guadagnati il vantaggio di entrare negli ottavi e quindi stare qui a esaminare, analizzare e parlare di quello che c’è stato prima del mio arrivo, non lo trovo utile. La mia analisi è partita già da Trieste, il primo giorno del mio arrivo, è chiaro che mi sono fatto un’idea di quello che era la squadra e dei bisogni che aveva, ma quella rimane l’analisi, perché poi parlare del passato, non lo devo fare io né i ragazzi, ma non non lo deve fare nessuno, stiamo affrontando un percorso nuovo e quindi non ci sto dedicando tempo, ho fatto la mia analisi iniziale e ora diventa un percorso nuovo.

Quanto sarà importante l’esperienza di alcuni giocatori? Molto, la tensione si alza, potremmo capitare in qualche campo molto caldo, quindi il fattore ambientale si alzerà, il fattore ambientale nostro sarà comunque importante per cui, all’interno della rosa, aver ragazzi che hanno già vissuto l’esperienza dei play-off, sarà importante. Sono una cosa diversa, va affrontata anche in maniera leggermente diversa e poi quando la palla incomincia a scottare, avere chi ha qualche capello grigio in più, è assolutamente un vantaggio.

Quale squadra non vorrei incontrare subito? Non vi so rispondere, in tutta onestà, perché i fattori che incidono sono tanti, come ho parlato prima del fattore ambientale, si può trovare una squadra del sud, a noi sconosciuta e avremo pochissimo tempo per preparare l’avversario, come ce l’avranno tutti. Sapremo l’avversario 15, giocheremo il 18, il tempo di preparazione è veramente poco. Non ho in testa una squadra che non voglio incontrare e chi vuole arrivare in fondo, comunque, questi problemi non se li deve porre.

Esperienza della Coppa può aiutare? Aver già vissuto l’esperienza della Coppa è assolutamente un vantaggio, perché si sono già vissute alcune dinamiche, come il fare un determinato risultato all’andata, per poi al ritorno averne uno, due, tre in mano. Ma i calcoli e le strategie, le faccio io con il mio staff, i ragazzi devono andare in campo soltanto pensando a quello che c’è da fare in campo.

Punti di forza? I ragazzi perché la rosa è ampia, abbiamo la fortuna di poter contare, quando affronteremo la prima partita, su tutti tranne Cataldi e sono molto contento, perché così sarò ancora più in difficoltà nel metterne in campo 11 e il vantaggio deve essere questo. Come la nostra qualità, perché è tanta e su tante partite ravvicinate, ci sarà bisogno di tutta la rosa, questo è qualcosa che vale per tutte le squadre che affronteremo nei play-off. Con la finale spostata di una settimana, con il tutto spostato di 11 giorni, è tutto più compresso e questo va a favore di chi, come noi, ha qualità e ampiezza in rosa.

Modulo? Partendo da un 4-2-3-1, già cambiare gli interpreti può cambiare comunque modulo, perché avere un trequartista che comunque ha caratteristiche di un tipo o di un altro, si avvicina più ad un 4-4-2, avere gli esterni di un tipo piuttosto di un altro, ma la stessa cosa vale per i mediani, quindi dal centrocampo in su, avendo tanti giocatori e caratteristiche diverse a disposizione, il 4-2-3-1 può avere diverse facce come anche a seconda dei compiti che ogni ruolo ha in campo. In fase di non possesso può essere un 4-3-3, però quando abbiamo la palla diventa un 4-2-3-1, è un modulo che però può avere tante facce.

Preparazione? Continua oggi, con questo allenamento congiunto con il Cornedo, allo stadio. Domani i ragazzi sono liberi e settimana prossima sarà una settimana operativamente normale, stiamo valutando con la società di trovare un altro allenamento congiunto. Siamo in grande attesa di sapere chi sarà e dove andremo, l’attesa va vissuta bene, a volte è una delle cose più belle, dobbiamo viverla con entusiasmo, dobbiamo essere una squadra unica. Io non sono in grado di fare appelli, però un percorso è terminato, che è quello del campionato. In questo nuovo percorso, abbiamo un vantaggio nell’entrare dopo che ci siamo guadagnati e quello che chiedo ai ragazzi è di essere uniti, di fare squadra, questo se riusciamo a farlo anche come città, come tifoseria, come squadra, diventa un’arma che dobbiamo tirar fuori. Dobbiamo essere una cosa unica, chi viene qua secondo me deve prendere paura, come mette piede dentro lo stadio.

Se io sono emozionato? È un po’ come la finale di Coppa, sono quelle cose che non capitano così tante volte nella vita, poi il nostro da allenatori è un percorso ancora più particolare, però ripeto non voglio parlare troppo di me, i protagonisti sono quelli che vanno in campo”.

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