Nel pomeriggio è stato presentato il nuovo difensore biancorosso, Maissa Ndiaye.
“Sono felicissimo di essere qui a Vicenza. Già quest’estate, prima dell’inizio del campionato, mi hanno parlato di Vicenza e del progetto, però era un momento decisivo nel quale non potevo lasciare Cremona per andare in un’altra squadra. Perché quando avevo parlato con il mister mi aveva detto di restare e provare per cercare di avere dello spazio e per farmi crescere. Poi, alla fine, con le difficoltà che abbiamo avuto in campionato, ho capito che non avrei potuto trovare spazio. Il Vicenza mi ha richiesto e sono venuto senza pensarci due volte, mi interessava giocare e farlo in una società con un progetto concreto.
Squadra? Ho visto qualche partita, ho trovato una squadra compatta e organizzata, che ha un obiettivo ben chiaro davanti, quindi quando mi hanno chiamato ho detto, vado e cerco di portare il mio contributo. E il resto lo deciderà il mister e le partite, sono pronto per qualsiasi cosa, a disposizione del mister.
Ruolo? Dipende da quello che chiede il mister, sono a disposizione per qualsiasi cosa mi chieda. Ho giocato sia in una difesa a tre che a quattro. Sono in grado di giocare su tutta la linea difensiva, a sinistra, a destra o come centrale. Sono un giocatore veloce, il resto cercherò di dimostrarlo in campo.
Balzaretti? Lui mi conosce da quando sono arrivato alla Roma, nella stagione 2019/20, non avevo avuto la fortuna di incontrarlo all’epoca, però lui mi seguiva e mi ha visto fare il provino, vedeva le partite, è un campione e sono contento di lavorare con lui.
Calcio italiano? Quando ero bambino sognavo di venire in Italia, mi è sempre piaciuto il calcio italiano, nella mia testa mi dicevo: “cavolo, voglio fare la mia formazione giovanile in Italia“, quindi quando sono partito avevo già questa cosa in mente, avevo già un progetto, perché prima era un sogno, però quando ho iniziato a dire: “mah devo andare via, raggiungere l’obiettivo“, lì mi sono detto: “non è più un sogno, sta diventando realtà“. Quindi avevo questa cosa in testa e ho cercato di seguire quello che volevo fare, Dio mi ha aiutato ad arrivare fino in Italia. Quando sono arrivato stavo a Napoli, in una casa famiglia, lì mi ha visto l’Afro Napoli, che ora si chiama Napoli United, loro che mi hanno fatto scendere in campo, facendomi i provini e facendomi allenare con loro. Però non ho mai giocato una partita, perché avevo un problema con i documenti e la scuola, ho dovuto aspettare, fino a quando non ho fatto un provino con il Napoli, con il Benevento e con la Roma e ho scelto di andare alla Roma, loro mi hanno aiutato con i documenti e ho iniziato a giocare. Cerco di lavorare sodo, duro, con sacrifici, per arrivare il più in alto possibile.
Se giocavo in Senegal? Sì, giocavo a calcio e andavo a scuola, non era facile abbinare tutti e due, perché ci allenavamo la mattina e io dovevo andare a scuola la mattina. Quindi alla fine ho dovuto lasciare un po’ la scuola di nascosto, senza che lo sapesse la mia famiglia, per seguire il mio sogno. E’ stato difficile accettarlo per mio padre, quando l’ha scoperto, purtroppo l’ho perso tre anni fa, ma io cerco di fare di tutto per renderlo fiero di me. Il mio numero? Ho scelto il 71 perché il 17 era occupato e quindi l’ho scelto per la cifra invertita. Il 17 ottobre 2021 è mancato mio padre, volevo ricordarlo”.